Pittori Special Edition – Chiara Mambelli

Definisce la sua arte “fortemente autobiografica”. Ha mai temuto che, considerando questa connotazione, la sua arte potesse in qualche modo non essere compresa dal pubblico?

“Certamente il timore che la mia espressione pittorica non venga compresa è un sentimento che sperimento quotidianamente, ma prevale in me il desiderio di poter creare lavori che realmente mi rappresentino, che raccolgano un pezzetto della mia anima, del mio cuore, dello stato emotivo che ha acceso in me la scintilla della creatività. Questo mi sembra l’approccio più autentico e spontaneo all’arte e credo che la sincerità artistica venga percepita da chi osserva i miei lavori.”

Tutte le sue opere sono realizzate in tecnica mista con varie applicazioni. Come mai questa scelta?

“L’apposizione sulla tela di elementi materici è da sempre un tratto che mi caratterizza, amo sperimentare con legno, metalli, tessuti, pietra e collage, ma anche utilizzare in modo non convenzionale oggetti del quotidiano e del mondo ludico infantile, come tessere dei puzzle e mattoncini delle costruzioni. Ogni quadro narra una storia, pittura e elementi materici agiscono in sinergia tra loro per delineare un filo narrativo che possa dare corpo alle emozioni sottostanti.”

Qual è stato il suo percorso artistico? Ricorda, ad esempio, il primo quadro che ha realizzato? Da quel momento, quanto ha impiegato prima di trovare la sua “cifra stilistica”?

“Ho sempre dipinto e disegnato, sin dalla mia infanzia, sin da quando ho memoria di me. Trovo che l’arte sia una forma di comunicazione potentissima, un’opera “parla” più di mille parole, perché a emergere è l’anima stessa dell’artista, senza schermi, senza inutili superfetazioni, in modo diretto. Non credo che un artista possa dire mai veramente “ho trovato la mia cifra stilistica” definitiva, poiché siamo esseri umani e per ciò stesso in continua evoluzione, così come la nostra arte. Al momento posso dire di aver individuato lo stile che mi fa “stare meglio”, i colori che mi rappresentano in modo più pieno, come l’ottanio, il turchese e l’indaco, ma anche i lilla e viola intensi, con cui la mia sensibilità è maggiormente in sintonia da sempre.”

Le sue opere nascono all’improvviso o passa molto tempo ad immaginarle prima di realizzarle? 

“Sono una grande osservatrice del meraviglioso mondo che ci circonda, tutto mi incuriosisce e può potenzialmente attrarre la mia attenzione. Un dettaglio, un fiore, la luce del tramonto, un oggetto particolare, l’ispirazione è qualcosa di misterioso, che arriva all’improvviso. Quando ciò succede, è tempo di prendere la tela, sistemare i colori e lasciarsi guidare dalla bellezza. Le intuizioni improvvise sono certamente le più efficaci, ma anche le idee che si sedimentano a poco a poco possono portare a risultati davvero stupefacenti. L’importante è seguire “l’onda” e rimanere fedeli alla propria identità.”

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