Interviste d’Autore – Sara Giovinazzo

Iniziamo dal titolo, “Da Achille a Mary Stuart”. Perché lo ha scelto? Cosa rappresentano per lei questi due personaggi?

“Questo titolo è molto rappresentativo per me. La silloge poetica raccoglie poesie che raccontano un lungo arco della mia vita. Il guerriero Achille è stato il primo personaggio storico-epico, al quale mi sono appassionata molti anni fa. Con lui, è nata la mia passione per la storia e per l’arte; non poteva quindi, che aprire il titolo della silloge, che racconta, tra metafore storiche e artistiche, i miei primi ventitré anni di vita. Per quanto riguarda Mary Stuart, il discorso è lo stesso: Mary è stata l’ultimo personaggio storico ad entrarmi nel cuore, rappresenta la passione che mi ha accompagnato negli anni di stesura delle ultime poesie. Non poteva, dunque, che chiudere il titolo della silloge. Infine, ho scelto Mary e Achille, perché entrambi incarnano bene la mia evoluzione personale, avvenuta in questi ventitré anni e descritta nella silloge; come mi piace dire: Dal momento in cui ho imparato a combattere come Achille, a quello in cui ho imparato ad amare come Mary

Alcuni dei testi presenti nella raccolta sono ispirati a componimenti di altri poeti come D’Annunzio, Dante Alighieri, Boiardo. Chi sono, dunque, i poeti da cui trae più ispirazione? Quali sono le tematiche che sente più affini alla sua sensibilità poetica?

“Sicuramente grande ispirazione nasce dai poeti dei quali ho citato i componimenti nella silloge. Dante Alighieri, Matteo Maria Boiardo, sono i poeti italiani, d’epoca medievale e moderna, che cantavano d’amori lontani dai nostri, ai quali oggi possiamo solo ispirarci. Sono i poeti che rendevano poesia anche la politica, e che trasformavano i loro ideali in arte, e questo mi piace e m’ispira. Sono i poeti che nascondevano tra i versi grandi significati. Ma non solo, d’ispirazione mi sono stati, e tutt’ora sono, anche i grandi poeti d’epoca Contemporanea, e così i loro temi. Grandi poeti e grandi maestri, come Gabriele d’Annunzio e Giacomo Leopardi, più vicini a noi, nella vita e negli ideali. Credo che il loro tocco sappia rendere magica ogni esperienza, scritta, o letta. Nella silloge c’è tanto, tutto quello che in questi ventitré anni mi è stato d’ispirazione e di lezione, non solo poeti, ma artisti come Caravaggio e David, Dadaisti come Tzara, e personaggi d’invenzione come Teseo e Arianna, Achille, o Artù…”

“Ventitré anni in versi” è invece il sottotitolo della sua silloge poetica. Quando ha composto le poesie presenti all’interno del volume? Sono state redatte negli ultimi anni oppure appartengono ad un particolare periodo della sua vita?

“Le poesie nella silloge raccontano i primi ventitré anni della mia vita. Ho iniziato a scriverle da molto piccola, intorno ai quattordici anni, e ho finito recentemente, a ventitré. Con metafore storiche, artistiche, letterarie e mitologiche, raccontano ogni attimo di questi ventitré anni, raccontati “in diretta”, e raccolti anno dopo anno. Ricordi di bambina, giovani amori, amicizie, delusioni, ideali, abbandoni, gioie e cambiamenti, tutti raccontanti in versi.”

Ha intenzione di continuare a scrivere? Ha nel cassetto un’altra silloge poetica?

“Sì, penso che continuerò a scrivere, ma non nel campo della poesia, ma nel campo dei romanzi. Questa silloge è stata solo una raccolta di frammenti sparsi, e scritti in tanti anni, che voleva raccontare un pezzo di vita.”

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