Interviste d’Autore – Antonio Sani

Ha iniziato a scrivere poesie in dialetto parmigiano per poi dedicarsi a testi in lingua italiana. Crede che la poesia in vernacolo abbia qualcosa in più e riesca a veicolare meglio il messaggio?

“Credo che la poesia in vernacolo sia più immediata e per questo abbia la capacità di arrivare anche alle persone più semplici. Inoltre nella poesia in vernacolo credo ci sia più spazio per l’ironia e per scrivere storie e pensieri di tempi passati.”

Ha ottenuto numerosi riconoscimenti per il largo uso di metafore. La metafora è l’unica figura retorica che ammette oppure le piace giocare anche con altri artifici retorici?

“Mi piace giocare con gli artifici retorici, anche spontanei, spesso abbinati con la natura e i disegni del Creato; oltre alla metafora nella mia poesia uso spesso l’enjambement, la personificazione e l’anafora.”

“Essere vento” è il titolo di una delle poesie presentate. La scrittura poetica le permette di “essere vento”?

“Certamente, perché la fantasia poetica crea abbinamenti ed immagini irreali e mi trasporta in realtà effimere e poeticamente in sintonia con la mia personalità e con la mia essenza.”

Nella poesia “Gocce di primavera” un verso recita: “Nel mio pensiero solo gocce di poesia.” Quanto conta dunque la scrittura poetica nella sua vita? Riuscirebbe a farne a meno?

“La poesia per me è l’espressione di vita vissuta e ricca di avvenimenti che hanno contribuito a creare un pensiero poetico di cui ora non potrei più fare a meno perché colora la mia fantasia e il mio tempo attuale.”

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