Nella vita è stata un’organizzatrice di eventi, una scrittrice, una ballerina ed ha ricoperto anche incarichi di livello. Chi è davvero Maria Antonietta? Come si definirebbe?
“Non molto facile definirmi, sono una semplice ragazza innamorata della vita e di questo meraviglioso mondo in cui viviamo. Spesso siamo storditi dalla vita frenetica che conduciamo, quindi con le mie poesie ho cercato di riportare l’attenzione su questi concetti. Su quanto sia bello sentirsi parte, e gioire, e pensare e osservare lo splendore che ci circonda. E quando si pensa che un dirupo di difficoltà sembra volerci inghiottire, perché sì, la vita è bella, ma anche molto difficile, il voler realizzare i nostri sogni artistici, il combattere, il voler sempre vincere, e raggiungere i propri obiettivi, ci salva. E la possibile caduta, diventa rinascita. Ho passato molti impieghi, tra cui quello che amavo particolarmente era l’organizzazione di manifestazioni teatrali, in un ente che si chiamava “Istituto del Dramma Italiano”. Qui ho conosciuto purtroppo anche la disoccupazione, perché lo chiusero, ed io persi il lavoro. Ma ecco che il mio carattere positivo, e sorridente aprì invece la strada verso altri impieghi e mansioni importanti, come segretaria di direzione dell’”Aran Park Hotel”, e poi la “Galleria Benucci” di via del Babbuino, o la “Società Radiosa” di Aprilia, sono alcuni. E poi la scrittura di articoli per il quotidiano il “Messaggero” sulla Roma Misteriosa. La passione per la danza arrivò dopo quella per la poesia, perché già a 20 anni, riempivo i fogli. La danza, mi coinvolse in maniera molto forte a livello emotivo e mi avvicinò a capire la mia vena artistica. Anche la musica diventò successivamente molto importante. Capii subito che il mondo dell’arte e della creatività, era ciò che volevo. E nei momenti difficili avere queste passioni e non mollarle mai, mi ha aiutato moltissimo. Più la vita mi metteva di fronte alle difficoltà, più io mi lanciavo in lezioni di danza sempre più difficili, e più scrivevo poesie. Posso definirmi così, una persona, sorridente, positiva, che cerca nelle manifestazioni artistiche lo strumento per far conoscere la propria intelligenza, la propria creatività, la sensibilità, l’anima e la coscienza. E soprattutto con la poesia cerco di avvicinare, un mondo che esiste nel mio pensiero, e nel pensato, parallelamente a come esiste la materia e la realtà e la vita di tutti i giorni.”
Nel componimento “Ecco, ciò siamo noi” alcuni versi recitano: “Abbiate cura di quanta meraviglia c’è nella Vita! Di quanta bellezza c’è nei sogni!” Sente di aver realizzato tutti i suoi desideri? Ne ha ancora qualcuno nel cassetto?
“Il famoso cassetto per me è esistito veramente, le poesie finivano in una scatola, che mi seguì nei vari cambi di abitazione, e per tutta la mia vita. Finché un giorno, dicono che succeda proprio così, e così a me è successo, il pensiero ti comincia ad assillare, le poesie ti parlano e la mia parte profonda, mi diceva: “Non possono finire lì, chiuse nel cassetto, e magari buttate, che cosa hai vissuto a fare?” e quindi disperata da questa idea, presi coraggio, e le autopubblicai sul sito miolibro.it. e subito vidi che piacevano. E da lì poi la poesia dedicata a mio padre “Cosa rimane di un grande uomo”, mi ha fatto incontrare Dantebus Edizioni e con il loro splendido livello professionale e lavoro svolto, sono usciti due volumi con all’interno mie poesie, insieme a quelle di altri poeti: Collana Poetica Isole vol. 27 e Collana Poetica Vie vol. 18. Ho molti sogni ancora da realizzare, però la poesia è quello che sento di più, in questo momento. Un video di danza, un’autobiografia, la storia di mio padre e di mia madre e del loro amore e del loro esempio, credo che bisogna non dimenticare mai che se siamo vivi, è perché loro ci hanno donato la vita. Questo è un concetto a cui tengo molto ed è presente in molte poesie. Un altro concetto che è forte in me è proprio quello espresso nella poesia “Ecco ciò siamo noi”. Non siamo solo corpo e materia, ma attraverso un colloquio con la propria coscienza, i propri sogni, la propria intelligenza, ed ammirando l’universo, è possibile renderci conto, che facciamo parte di un tutt’uno con le meraviglie dell’universo.”
Il Tempo è il protagonista di alcune riflessioni presenti nei suoi testi (“Il Tempo”, “La Clessidra”). Cosa la affascina, o spaventa, di questa unità di misura che diamo alla nostra vita?
“Sì è vero, mi ha sempre affascinato il concetto dell’Immortalità, che è l’opposto del tempo che invece, inesorabile, passa. E noi viviamo in un pianeta dove lui “il tempo” sembra “padrone”. Sono sicura, invece, che in qualche parte dell’universo, esiste un mondo come il nostro dove regna invece l’Immortalità. Del tempo, che passa,non bisogna avere paura. Ti può possedere solo ciò di cui hai paura. Questo concetto torna anche spesso nelle mie poesie, ma se vivi una vita intensa, realizzi i tuoi sogni, entri con la mente in dimensioni creative, aguzzi la tua intelligenza, cerchi di parlare con la tua coscienza, riscopri la tua anima, e spendi bene il tempo che ti viene concesso, ti avvicini sempre più all’immortalità.”
Cosa rappresenta la poesia nella sua vita? Riuscirebbe a vivere senza?
“La poesia è il modo più bello, più affascinante, più immediato attraverso il quale riesco ad esprimere, il mondo che ho dentro. Mi piace l’idea che io, con delle frasi brevi, possa riuscire ad esprimere grandi concetti. Sì questo sento proprio che mi appartiene molto e che mi avvicina soprattutto alla poesia, invece che alla scrittura di libri. L’essenziale che prende il sopravvento sul superfluo. Non ho mai creduto nelle tante parole, fanno perdere a volte l’essenza di ciò che vuoi veramente comunicare. E poi il fascino dell’interpretazione soggettiva di chi legge, la trovo una cosa molto interessante. Spesso ognuno interpreta una frase o una poesia, secondo una sua logica, un suo vissuto, un suo pensiero, che magari non è quello che volevo io comunicare. La mia Poesia diventa viva e i fogli scritti vivono di vita propria, abbracciando quello che io volevo comunicare, ma anche andando verso altri orizzonti creati dai pensieri dei lettori. No, non riuscirei più a vivere senza la poesia! Anzi con la poesia, cerco di trovare la quadratura del cerchio, ossia: chi sono io, quali sono i mondi paralleli che vivono nel mio pensiero, ed anche nella mia fantasia, la curiosità del non conosciuto, le meraviglie del mondo che mi ospita, la maestosità dell’universo, il fascino di grandi menti e intelligenze che mi hanno preceduto, ricordi legati alle mancanze di persone scomparse, e anche vicinanza ad alcuni problemi sociali e molto altro ancora, naturalmente da esprimere!”
“Cina, attimo di un passato, presente” è uno scatto dallo stile vintage. Quando lo ha realizzato? Quali sensazioni prova ogni volta che vede questo scatto?
“Il viaggio in Cina, è stato intenso e difficile, mi ha cambiato la vita. Quando sono tornata, dopo molte disavventure, tra cui: un motore rotto dell’aereo, atterraggio di fortuna negli Emirati Arabi, e poi la successiva rottura della pancia dell’aereo con cui dovevamo ripartire… e non è finita! Una presunta bomba sull’aereo, nel volo dagli Emirati Arabi, a Francoforte: c’era un bagaglio in più, ed un passeggero di meno! Destinazione Francoforte, invece di Roma, ma questa è stata cosa da nulla. Nessuno ci voleva far atterrare. Il comandante atterra a Cipro, senza consenso, lui e le hostess mettono i bagagli fuori dall’aereo, ricordo, ora come allora, i miei occhi vedere dall’oblò, una valigia portata via, e poi finalmente l’arrivo invece che a Roma… a Francoforte! Quando sono atterrata a Fiumicino, dopo quattro giorni di viaggio, mi sono inginocchiata per terra, e questo è stato solo il ritorno, e lì ho ringraziato Dio di essere tornata viva. Per tornare alla Cina, è stato un viaggio difficilissimo, ma nel contempo meraviglioso. Vedere la Città Proibita, avere un contatto, anche se non verbale, perché non riuscivamo a parlarci ma ci intendevamo, sul battello dove sono stata tre giorni con loro, insieme ai miei compagni di viaggio, percorrere miglia e miglia di distanza di distanza, su corriere o aerei, sono state emozioni molto, molto forti. È un paese densamente popolato, migliaia di persone che camminavano ad ogni ora del giorno e della notte! E poi le meraviglie: dai Guerrieri di Xi’An, alla Cina in battello, alle meravigliose Pagode, alla Grande Muraglia! E salire fino in cima, respirare l’aria che si respira a quella altezza, è stata una sensazione unica al mondo! Però di fronte a tante meraviglie, ho visto anche tanta povertà. È stato un viaggio che mi ha riempito la mente di interrogativi e nel contempo di meravigliose bellezze! Sempre in Cina ho avuto la febbre a 40, la sera prima della visita a vedere i famosi Guerrieri di Xi’An. Nonostante avessi preso 60 gocce di Novalgina, la febbre alle sette di mattina era ancora a 40! Deliravo! Un dottore cinese della vicina farmacia, dette alla mia amica delle pillole di erbe, ho iniziato a prenderle alle 8, alle 9, alle 10, alle 11, alle 12 di mattina ed alle 14 ero sull’aereo, insieme ai miei compagni di viaggio, la febbre per miracolo sparita! E la mattina successiva ero a vedere gli Immortali Guerrieri di Xi’An, centinaia e centinaia di guerrieri che sono a difesa dell’Imperatore nell’aldilà. Sono tornata in Italia come persona diversa, frutto di un viaggio sospeso nel tempo, difficilmente collocabile in un dato periodo. In questa fotografia, esiste la realtà di un momento! Le emozioni che scatena sono forti e contraddittorie! Questa foto e le altre foto sulla Cina (e sull’Egitto) sono state raccolte, da Dantebus Edizioni, in una meravigliosa Galleria Virtuale 3D. Ho voluto far vedere una terra piena di grandi contrasti, dalle immense bellezze architettoniche, alla bellezza di una giornata qualunque, nel suo splendore e semplicità!”
C’è un particolare messaggio che desidera trasmettere allo spettatore che si trova ad osservare questa fotografia?
“Vorrei che uno spettatore capisse l’importanza di viaggiare, al di fuori dai circuiti turistici, per cercare delle realtà vere, se si può, e se si ha il coraggio per affrontare le difficoltà che possono insorgere. Per poter fotografare la realtà di un momento, sia essa nello splendore di una meraviglia storica ed architettonica della storia di un Paese, sia essa nello splendore di una giornata qualunque!”
Quali sono i soggetti principali delle sue foto? Intende la fotografia come mezzo unicamente espressivo o anche comunicativo?
“I soggetti che prediligo, devo dire, sono le bellezze dei luoghi, la meraviglia della maestosità architettonica che deve uscire dalle foto! E la felicità di essere riusciti a raggiungere, la bellezza di un attimo, come in un dipinto, deve immortale quel secondo! Intendo la fotografia come mezzo di espressione artistica ed insieme come mezzo di comunicazione di realtà a volte belle, a volte no.”
Come riesce a conciliare la sua passione per la fotografia con tutti i suoi impegni lavorativi?
“Ho sempre trovato tempo per le mie passioni, anche perché la vita mi ha portato ad essere single, divorziata e senza figli e quindi tutto il mio tempo libero, dopo il lavoro, ho potuto dedicarlo, alla poesia, alla danza, alla musica. Con grandi sacrifici, perché magari non andavo a mangiare la pizza con gli amici, però dovevo avere i soldi per la danza. Oppure desideravo stare a casa a scrivere poesie in piena armonia con me stessa. Sono stata tra “fortunata” perché ho potuto gestire il mio tempo libero. Quello che vorrei dire, è che bisogna sempre avere delle passioni che accompagnano la nostra esistenza. È come un prato verde, su cui noi ogni giorno piantiamo dei fiori, e diventa, invece di un prato verde, un prato bellissimo, ricco di germogli, di fiori meravigliosi, che sono le nostre passioni. Ecco, il segreto è che va sempre coltivato, anche nei momenti difficili, anche quando pensiamo che abbiamo raggiunto il fondo. È proprio in quel momento, che si pensa di avere raggiunto il fondo, perché comunque la vita è bellissima, meravigliosa, però ci mette anche di fronte a delle grandi prove: è in quel momento che tocchi il tuo prato e rinasci, perché hai dei sogni dentro di te, dei valori da portare avanti, degli obiettivi da crescere e da coltivare, sempre alla scoperta di questo essere meraviglioso, che è l’essere umano!”