Interviste d’Autore – Loredana Caruso

Vortex è un’opera realizzata con pittura materica tridimensionale. Come ha realizzato l’opera? Preferisce queste tecniche più “sperimentali” rispetto a quelle classiche?

“Vortex è un titolo che spiega l’essenza della mia pittura, che non si esaurisce nella mera espressione di forme e colori, simboli e interpretazioni che l’occhio che guarda può attribuire al quadro. La mia pittura nasce da un’esigenza interiore, come una forza che a un certo punto non si può più contenere e dilaga all’esterno, inondando il quadro di colori, forme, simboli. Quando l’idea nasce da un dettaglio, un sogno, un’ispirazione, insiste per fuoriuscire: spesso faccio un disegno o uno schizzo su un quaderno, altre volte, quando diviene un desiderio incontenibile, disegno direttamente sulla tela. Poi immagino i colori, a seconda delle emozioni. L’olio è la mia tecnica preferita, quella che mi rilassa di più quando dipingo e che dà un miglior risultato finale, ma ultimamente mi sono appassionata anche all’effetto che danno i colori metallizzati o con pigmenti, quindi mescolo acrilico, olio e talvolta persino smalti o resina, per ottenere lucentezza. Spesso aggiungo elementi tridimensionali trovati per caso, ad esempio raccolti sulla spiaggia, con cui compongo mosaici che si mescolano alla pittura, che in alcuni casi diviene “materica”, ottenuta mescolando polveri varie, ad esempio cemento, gesso, sabbia. A volte utilizzo oggetti che “reinterpreto” in modo personale, come i cerchi in rilievo che ho aggiunto in questo quadro, fatti di specchio, per riflettere la luce. Questo gioco di luci e riflessi è una delle cose che mi piace di più; la mia pittura è sempre in divenire, una continua sperimentazione per ottenere nuovi risultati. Il vortice che dà il titolo al dipinto è anche uno dei simboli che punteggiano spesso i miei quadri: spirali, cerchi concentrici. Vortex è il vortice della vita che tutto trascina e travolge, è Eros e Thanatos, l’alfa e l’omega, il cerchio che non si chiude, ma si avvolge in sé stesso. Anche il cielo forma vortici, isobare ed occhi, torrenti di colore che abbracciano, fluttuano, proteggono o imprigionano. La mia pittura assume quindi per me un senso catartico, di rinnovamento, di soddisfazione del desiderio, che si sente appagato soltanto quando i colori prendono forma sulla tela; in parte sgorgano dalla mia ispirazione, in parte vivono di vita propria, per cui quando inizio ho solo un’idea embrionale, un progetto, che in parte prenderà la sua strada, a volte sorprendendomi.”

Nella vita è una insegnante alle scuole superiori. Come riesce a coniugare la sua professione con la sua passione? I suoi studenti conoscono il suo lato più artistico?

“Certo, fa parte di me: arte e vita sono intimamente connesse, sono una cosa sola, anche se insegno inglese, non storia dell’arte. Io definisco il mio metodo di insegnamento “creativo-emozionale” perché uso la creatività per generare emozioni e per creare motivazione negli studenti. Negli anni passati ho proposto dei progetti di insegnamento creativo, che ho portato alla conferenza nazionale del Tesol, di insegnanti di lingua inglese. Una volta, con il progetto “Painting at the sea-shore” (“Pittura in spiaggia”) ho insegnato ai ragazzi a dipingere a olio in poche lezioni, portandoli in spiaggia nella lezione finale, in cui hanno dipinto e descritto i quadri in inglese; per questo progetto abbiamo anche vinto un premio per l’insegnamento creativo. E soprattutto ci siamo divertiti…”

Ha già esposto nella nostra Galleria il dipinto “Paloma cullata dalle onde”, anch’esso ritraente una donna. Si può dire che le donne siano i suoi soggetti preferiti? 

“Mi verrebbe di dire di no, perché la mia ispirazione principale in realtà è il mare, ma in effetti quasi tutti i miei ultimi quadri ritraggono una figura femminile, quasi sempre la stessa. Paloma ritorna in molti dipinti, ma più che una donna è un simbolo, è la personificazione delle emozioni a cui dà voce. Paloma è il grido di paura, di solitudine, di desiderio, di follia, sempre in bilico tra la vita e la morte, tra la libertà e l’abisso, cullata dalle onde come Ofelia che muore cantando tra i fiori, o come in Vortex, al centro del vortice della vita, imprigionata da coralli rossi, o forse da lava e lingue di fuoco. In un altro dipinto è sul ciglio di un burrone, sedotta dai flutti e dal baratro, trattenuta per un lembo dall’albero della vita; in un altro è con un uomo e rappresenta l’amore ai tempi del Covid, su uno sfondo in cui domina un vulcano e una natura invasa dalle particelle del virus; in un altro ancora è come riflessa allo specchio, circondata dai colori e piena di vita, mentre il suo alter ego, pallido ed emaciato, simula l’urlo di Munch, su uno sfondo scuro, e incarna l’orrore, la malattia, la morte.”

C’è qualche artista al quale si ispira per realizzare le sue opere?

“Sicuramente Klimt e Van Gogh, per i tratti, i colori e le geometrie, e in parte Munch e gli Impressionisti, soprattutto Monet. Ma anche Gaudì, col suo meraviglioso caleidoscopio di mosaici colorati. Oltre a questi grandi maestri, tutti gli artisti regalano qualcosa di sé, anche quelli meno noti. In fondo è il compito dell’arte, fare dono di sé e lasciare che tutti ne traggano ispirazione e beneficio.”

Per questa collettiva ha scelto di esporre “Sogno di una notte in mezzo al mare”. L’ha realizzata di recente? A cosa si è ispirata?

Sogno di una notte in mezzo al mare è un’opera abbastanza recente, che ho dipinto nel gennaio 2021. È un dipinto che inaugura una fase della mia pittura che definirei “onirica”: l’ispirazione è partita da un sogno, in un periodo in cui sono stata immersa a lungo nell’arte. Anche la donna, che non è la solita fanciulla di altri miei dipinti, intrappolata tra la vita e la morte, è qui rappresentata dormiente o sognante, a metà tra sirena e geisha, circondata dall’azzurro del mare e dal rosso della passione. È una figura avvolta nella seduzione e nel mistero. I colori sono sempre quelli base dei miei quadri, in varie tonalità: l’azzurro del mare, il giallo del sole, il rosso della lava vulcanica.”

Quanto è importante per lei avere l’opportunità di conoscere e incontrare altri artisti?

“La possibilità di conoscere e incontrare altri artisti è fondamentale e di grande suggestione: l’arte si nutre di arte, fa bene al cuore e allo spirito, e in un momento storico come questo, in cui tutto è stato messo in discussione, ci dà ancora la possibilità di sperare in un futuro, dimostrandoci, ancora una volta, come da una situazione negativa possa nascere ispirazione per creare. È nei momenti di crisi che l’uomo ha prodotto le sue opere migliori. Ogni artista assorbe le vibrazioni e le emozioni espresse da altri artisti in altre opere e le fa sue, e questo influenzerà anche la sua arte. Ringrazio Dantebus per questa preziosa opportunità.”

Vortex
Sogno di una notte in mezzo al mare
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