Oltre ad essere un poeta ha pubblicato vari romanzi. Qual è la forma di scrittura in cui si sente più a suo agio e riesce ad esprimere meglio il suo io interiore?
“Scrivere un romanzo, per quanto mi riguarda, è un viaggio meraviglioso. In un arco temporale più o meno ampio, vivo con e per i personaggi che mi portano a lunghe riflessioni. Ora per rispondere alla domanda, devo però fare una distinzione: se scrivere un romanzo è probabilmente la forma di scrittura in cui mi sento più a mio agio, è anche vero, che nulla come la poesia mi permette di esprimere l’immediatezza delle sensazioni. Io considero le mie poesie come “istantanee dell’animo”. Cogliere al volo ciò che mi colpisce in una determinata circostanza, che sia nel presente od un ricordo, che riaffiora dal passato. Questa spontaneità è un dono peculiare della poesia. Credo quindi, che sia la poesia a riflettere meglio il mio io interiore.”
La maggior parte dei suoi testi ha la natura al centro. Sono gli elementi naturali ad ispirare la sua scrittura poetica?
“In gran parte sì. Noi siamo la Terra e la Terra è noi. Se si tiene conto di questa connessione, di cui sono fermamente convinto, allora la natura non è semplicemente fonte di descrizione, ma diventa emozione. Parlare della natura diventa parlare di noi stessi.”
Cosa rappresenta la poesia nella sua vita? Riuscirebbe a descriverlo con una sola parola?
“Complicità.”
Nel testo “Vico Argine” alcuni versi recitano: “L’eco di Vico Argine, che mi porto ancora dentro.” Quanto contano per lei le sue radici?
“Non scordare mai da dove vieni; ovunque ti trovi, qualsiasi cosa tu stia facendo… Questo è un insegnamento, che mi porto sempre appresso. Io appartengo all’Appennino, alle sue colline terrazzate, ai vigneti, al fiume… Ho trascorso la mia infanzia e buona parte dell’adolescenza in questa realtà, attingendo da una cultura contadina, che andava lentamente guastandosi, ma che ha fatto in tempo ad insegnarmi molto.”