Dantebus Recensioni – “La mia poesia più bella la scriverò domani”

Intervista a Luca Rembado, autore della silloge poetica “Novantotto gocce di pioggia su un sorriso”. Una raccolta che nasce da un cambiamento profondo e radicale nella vita dell’autore: la poesia diventa una terapia per conoscersi più a fondo.

“Novantotto gocce di pioggia su un sorriso” è il titolo della sua silloge poetica. Come ha scelto questo titolo? Che significato ha per lei?

“Ho avuto l’incidente nel 1998 e ho scelto 98 pensieri e poesie per questa silloge poetica. Non ho perso la voglia di sorridere ma di certo c’è stato uno stop importante subito dopo l’incidente.”

Ha iniziato a scrivere poesie dopo il suo incidente stradale: come e quando ha preso la penna in mano e ha scritto la prima poesia?

“Ho scritto qualche pensiero senza dargli peso. I primi di cui ho memoria risalgono ad una ventina di anni fa, dopo due o tre anni dopo l’incidente. Ho iniziato a scriverli e tenerli, mi sono anche informato di più sulla scrittura di poesie per potergli dare una forma più corretta.”

Nella poesia “Nostalgia” ripensa ai ricordi della sua vita passata. La poesia è stata una medicina per aiutarla ad accettare la sua nuova vita?

“Sì, mi ha aiutato tantissimo: scrivevo le cose che non riuscivo a dire a voce. Ho molte lettere nel cassetto che non ho mai spedito ad esempio. Scrivendo mi rendevo conto della situazione, era come parlare con un amico che mi capiva veramente perchè parlavo a me stesso: è come fossi stato lo psicanalista di me stesso.”

Quale consiglio darebbe alle persone che si trovano ad affrontare una situazione che cambia completamente la loro vita?

“Io ho cercato di non modificare la mia vita in funzione di quello che mi è successo, di non abbandonare ciò che ero. Quando mi sono trovato nella condizione di poter capire quello che era successo, ho cominciato a pensare ad una strada alternativa per continuare a vivere la mia vita. La poesia mi ha aiutato ad elaborare ciò che mi era accaduto. Una persona che deve ripartire per una qualsiasi ragione dovrebbe provare a scrivere ogni pensiero e rileggerlo: è una terapia che ti aiuta a leggerti dentro.”

Sta continuando a scrivere poesie? O magari si sta affacciando ad un’altra forma di scrittura?

“Non ho la pazienza di scrivere un romanzo ad esempio. Preferisco pensieri corti in modo tale da poterli scrivere al volo e modificarli poi. Invidio chi sa scrivere romanzi, io sono troppo istintivo: ho bisogno di scrivere subito ciò che ho in mente, non potrei dilungarmi troppo o pensare troppo a ciò che devo scrivere.”

Pensa di aver già scritto la sua poesia più bella? Se sì, quale?

“Io dico sempre che la mia poesia più bella la scriverò domani. Non ho neanche una poesia preferita, ognuna ha una motivazione particolare per essere stata scritta. Se già avessi scritto la mia poesia più bella forse non avrei continuato a scrivere.”

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