LA POESIA DELLA POSITIVITÀ DEL PENSIERO: CERVELLO, CUORE E MEMORIA
Andrea Santaniello, rifacendoci a Giacomo Leopardi, come nello Zibaldone ci illustra e spiega i punti programmatici della sua arte: «Il “pensiero” può andare oltre il “noto”? In realtà c’è un “pensiero” che non apporta niente di nuovo al già “noto”, mentre c’è un pensiero che aggiunge e porta qualcosa di nuovo al già “noto”. In che senso? Faccio degli esempi banali. Giulio Verne, con l’immaginazione del missile (ai suoi tempi non ancora inventato) precorse i tempi. Allo stesso modo, chi ha creduto nella effettiva esistenza, nell’antichità, di Troia, ne ha poi trovato le rovine. In sostanza, il pensiero si muove entro i confini di quanto svelato e svelabile» (Andrea Santaniello). IL PENSIERO. L’ars di Andrea Santaniello si fonda, dunque, sulla concezione di un tipo di “pensiero immaginativo e creativo”, che in un certo modo si connette con l’Eterno. Una mente che prefigura l’ignoto, profetizzandone le forma, il tempo e il modo, non ancora manifestati nel “finito”. È così, che a duecento anni dalla pubblicazione dell’INFINITO del sommo Giacomo Leopardi, nuovamente un poeta come Andrea, torna ad “oltrepassare la siepe”, riuscendo ad elevarsi dall’IO LIRICO fino all’UNIVERSO, passando per la realtà e il tempo presente:
«Settimo cielo!/Dopo aver volato/per tempo infinito/sul soffice velo/d’azzurro/fatato,/giunge il pensiero/nel candido/mondo/dell’ignoto/sentiero» (“UNIVERSO”).
Altre parole illuminate dell’autore, nel suo personale Zibaldone, chiariscono e introducono un secondo punto della poetica: «Il “pensiero”, poi, può limitarsi ad una dimensione puramente ideale (pensiero contemplato) o venire calato nei meandri dell’esperienza (pensiero vissuto). Un po’ come parlare di Dio. C’è il Dio celeste ed il Dio incarnato (Gesù Cristo). Se io amo una donna solo nella mia testa, è un conto, ma se riesco ad amarla nella realtà, è un altro conto! In ciò che fate, ricordate sempre, nell’intimo, chi siete e perché lo fate. Perché un giorno, quando sarete vecchi, non abbiate a lamentarvi di non aver fatto abbastanza. Vi basterà allora il ricordo della vostra consapevolezza giovanile» (Andrea Santaniello). Il poeta è, dunque, colui che visita continuamente il contemplativo e il vissuto, riuscendo a tesserli contemporaneamente nella trama dell’immenso…stavolta il riferimento è al grande Ungaretti: «Lento/come il fluir del vento,/tra il blu del mare e l’azzurro del cielo,/il cuor avanza tra nuvole e stelle,/fino a toccar l’ignoto,/oltre l’umano sentir e l’eterno moto,/e col sorriso a morir/nel più tenero amor» (“IMMENSO”). Il poeta è colui che può oltrepassare la notte e il buio, intuendo la lontana alba. Trovare la luce è la meta del suo percorso, mostrarla al lettore è la missione della sua vita e della sua arte (anche qui con reminiscenze di “ALLA LUNA” di Leopardi): «Grida la terra/da notte/colpita/brace rovente/al gelo/incalzante./Parla la/ luna/al ciel della sera./Intona il suo canto/Il timido orante./Magia di colore!/D’incanto m’appar/l’aurora/tra la notte/ed il nuovo fulgore!/Gira e rigira la terra/nel vuoto spazio infinito./Pulsa la vita/nelle vivide tinte del sole./S’apre lo sguardo alla luce/ed il cuore alla gioia./Inebria…/l’ immane antico mistero!» (“ALBA”). La dicotomia è un dono: «Se noi non fossimo “pensiero”, non avremmo avuto il cervello ed il cuore!» (Andrea Santaniello). IL CUORE. Sentire l’immensità, far parte del tutto, per immergersi nell’oceano delle emozioni…basta un bacio:
«Tocco fugace,/morso innocente,/velo di pace,/stella splendente/quel tuo umido/bacio,/sapido/assaggio/del florido/maggio,/amore/e magia,/mare/e melodia,/pudore/e follia./Se potessi/ti offrirei il tempo./Se potessi ti offrirei il cielo./Ma, se anche non potessi tutto/questo,/per certo ti offrirò l’amore» (“BACIO”).
LA MEMORIA. Un altro elemento basilare per l’uomo e per il poeta è il ricordo. Nella trama intessuta dall’autore, la memoria ha una parte importantissima: riportare “vive” al presente le emozioni: «Restano le radici delle chiome che vediamo./Se non avessimo i ricordi, con cosa riempiremmo la nostra mente?» (Andrea Santaniello). Ecco che, allora, il passato acquisisce, grazie al pensiero, un senso nel “divenire”: «Per caso lì nacqui/tra boschi e roseti/nell’umida terra/vestita di sole,/all’alba festosa/d’un giorno lontano./Sbocciava l’azzurro/in quel primo mattino./S’aprivan gioiose/le porte del cielo./Felice quel dì:/a me tanto caro!» (“EVENTO”). Il lettore che si avvicinerà ai versi di Andrea, si troverà di fronte ad un maestro del sapere e della conoscenza, che ha ampiamente riflettuto e studiato l’arte e la vita. Il messaggio che vuole donare al lettore è: LA POSITIVITÀ DEL PENSIERO. Esso con cuore e cervello può compiere percorsi sorprendenti. Vivere un’emozione e sublimarla, attivare un ricordo e renderlo nuovamente esistente e fisico nel presente, oltrepassare i limiti umani e spingersi oltre il conosciuto nell’infinito, far parte e partecipare all’immensità del creato e dell’universo:
«Mantieni i tuoi pensieri positivi,/perché i tuoi pensieri diventano parole./Mantieni le tue parole positive,/perché le tue parole diventano i tuoi comportamenti./Mantieni i tuoi comportamenti positivi,/perché i tuoi comportamenti diventano le tue abitudini./Mantieni le tue abitudini positive,/perché le tue abitudini diventano i tuoi valori./Mantieni i tuoi valori positivi,/perché i tuoi valori diventano il tuo destino» (“Gandhi”).
Il lettore che farà suo questo messaggio, sarà allora pronto per camminare insieme al poeta nell’incredibile viaggio dell’Umanità: «Noi:/immagini/pensieri/audaci sentieri/soffi divini» (“UMANITÀ”)