DOMENICO SCARINGI

LEI, LA DONNA, APRE LA PORTA DEL CUORE E DELLA POESIA

“E da allora sono perché tu sei,/e da allora sei, sono e siamo,/e per amore sarò, sarai, saremo” (Pablo Neruda). Dante e Beatrice, Petrarca e Laura, Romeo e Giulietta, Paolo e Francesca…esistono amori che varcano le soglie del tempo e dello spazio, amori infiniti che restano esempi e modelli immortali per tutti gli innamorati. Quando si trova l’anima gemella, la “parte mancante” del mito platonico, non esiste più l’io o tu ma solo il NOI. Due parole, due nomi, l’uno a fianco all’altro possono, allora, introdurre l’ars poetica del nostro artista: Domenico e Giusi! La poesia programmatica è quella che descrive il primo incontro. Si accende la scintilla, si apre, nella roccia del cuore del poeta, la sorgente dell’Amore e della poesia: «Rotoli di nastro bianco preparano l’evento/tu che mi versasti sul capo il tuo unguento/baciami sotto questi pergolati di glicine/resta al mio fianco fino alla fine…/l’inizio di un nuovo viaggio/scrivo di te che ogni dì mi ispiri…/tu sei la preferita tra le belle/che ho corteggiato cortesemente/mi fido di te come cuore e mente…» (“Il primo incontro”). Nulla è più come prima, Lei dona all’uomo e al poeta “nuovi occhi” per vedere: «Non fosse la donna/il giorno sarebbe senz’albore;/non stella avrebbe/e rugiada la notte; non acqua/o fil d’erba la terra./Senza cielo sul capo si andrebbe» (Camillo Sbarbaro). L’intero giorno le rende omaggio ogni ora, il suo incanto soffia dolcezza su tutto. Gli stessi elementi sono nobilitati dalla sua presenza. L’ACQUA. Domenico ci regala la splendida immagine della donna che, come un delfino, nuota elegantemente nel mare, che si tramuta per incanto nell’oceano dei sogni: «Amato delfino che i sogni attraversi/ti piace mostrarti tra i miei versi/dove nel mare di parole nuoti…» (“Giusi mattina”). LA SABBIA: «Signorina passeggi tra queste dune/la spiaggia riflette la Tua luce/quando Ti immergi nel mare limpido…/tutti gli angeli suonano le loro arpe/oggi dedico a te la mia arte/musa sei tu la mia Ispiratrice/di ogni regno l’imperatrice…» (“Mia Regina”). LA TERRA: «Dolce ragazza che il cuore mi sproni…/ sei la spiga che si erge tra le gramigne» (“Giusi”). LA STRADA: «Passeggiando lungo questo viale/rimembro ricordi di vita celestiale…/in un sentimento dove nasce il sole…» (“Giusi pomeriggio”). Lei è come un dolce frutto: «Il mio amore viaggia per il globo/perdendosi tra i tuoi monti/delicati attraversati da fonti/che sgorgano dai tuoi petali di rosa/sbocciando emanano aroma deliziosa/mi accendi un turbine dentro/siamo un tuttuno nell’epicentro/di unione tra rosa e impollinatore/ape che col nettare fa l’Amore…» (“Biondo grano”). Mano nella mano fuggire “oltre”, al di là del dolore, il tempo non esiste più e si dilata nell’eterno, crollano i muri dello spazio che si espande all’infinito: «Mano nella mano mi accompagni…/lungo sentieri irti di spine…/quel battito intriso di fiori/dove le api ne seguono gli odori…/se vuoi essere la mia sposa/adesso dimmi solo una cosa/salvami da pensieri oscuri/portami dove tu ti rifugi…» (“Fuga spassionata”). I lettori che si avvicineranno ai versi di Domenico, trarranno una grande lezione: senza l’Amore, senza la Donna, l’uomo non è nulla. Solo Lei può completarlo, solo Lei può elevarlo verso l’alto. Solo Lei ha le chiavi del suo cuore…solo Lei è la Musa che ispira l’arte e permette all’uomo di diventare POETA: «Dagli occhi delle donne derivo la mia dottrina: essi brillano ancora del vero fuoco di Prometeo, sono i libri, le arti, le accademie, che mostrano, contengono e nutrono il mondo» (William Shakespeare).

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