ROBERTA RAMBALDI

DALLE MANI: LA POESIA DELLA VERITÀ

L’opera di Roberta Rambaldi è definibile come un’ARS POETICA rivelatrice della Verità, nata e generata DALLE MANI! Esse dopo aver lavorato sul corpo umano e compreso il senso del tutto, prendono la piuma d’oca, la intingono nel calamaio e scrivono all’uomo, sull’uomo e per l’uomo. Il concetto va ben spiegato. Esso nasce dalla riflessione suscitata dal lavoro medico di tutti i giorni, svolto inizialmente dall’autrice con le proprie mani. In esso Roberta ha applicato la scelta personale di compierlo in maniera “pura” e naturalmente, cioè senza l’uso di macchinari. Partendo dalla fisioterapia e espandendosi in ambito medico, la professione ha impresso in Roberta la profonda consapevolezza che il corpo umano sia esso stesso “poesia”. La proporzione divina del phi 1,618, il cuore che pulsa, le cellule, i muscoli, tutto sembra opera di un Sommo Artista. Questa Verità è talmente emozionante e incontenibile che l’autrice non può non lasciarle libero sfogo, inforcando tra le dita la penna della poetessa. Il risultato è stupefacente, la poesia del cuore umano diventa essa stessa versi: “Le mie mani lavorano,/scrivono, sfogliano libri./Le mie mani incontrano,/toccano corpi con dolore./Priva di macchine perdi tempo/che ignorano i movimenti della vita./Le mie mani sfogliano l’anatomia, come poesia biologica,/per ricomporre il poema corpo./Le mie mani lavorano,/liberano muscoli,/come parole che ritrovano voce./Il corpo ritrova l’armonia, dispiegando più libera/la poesia vita….” (“Il mio lavoro”). Questa ALETHEIA, meravigliosamente raggiunta e conosciuta, si rivela anche nel corpo e nell’anima dell’autrice. In essa avviene un cambiamento, una mutazione. Tutto ha un senso nuovo, il bruco è diventato farfalla. Come se vedesse la luce per la prima volta, allora, Roberta crea parole ardite, che nascono direttamente dalla fonte dell’essenza: “Incontro leggi inesplorate,/regole infrante, vecchie./Guide nuove, nuovi entusiasmi/ si aprono in me./Un mondo misterioso/è dentro me e si manifesta…/Un universo impensato/è comparso, sento sbigottita/questo pianeta ora manifesto./Solo le mie cellule vivono,/bevono questo nuovo fluido/che si muove e mi muove./Parole che osano altri significati,/in equilibrio col sentire,/sgretolano la mente vecchia.” (“Parole che osano…..”). Un’arte nuova e meravigliosa: Il DNA, le membra, i muscoli, che sono come “versi del canzoniere” scritto dal Poeta Divino, rivelano l’essenza del tutto, la Verità dell’esistere. Roberta, allora, invita il lettore ad ascoltare il proprio battito per sentirla e conoscerla: “La storia è nelle tue cellule,/ma tu non le ascolti,/Entra nel tuo antro pulsante,/lì è la tua verità,/in continua trasformazione./Il tuo DNA è ricco di storia,/lasciati ascoltare le…./tue cellule conoscono cose che/tu non troverai scritte!” (“Tu non sai tutto!”). Eppure “C’è una distanza…quasi/ drammatica tra/Verità e Vita!” (“Verità?!”). Come colmarla? La poetessa si rende conto che va compiuto un cammino. La conoscenza che ha maturato non può rimanere inespressa. Come in ogni viaggio spirituale, come in ambito medico, bisogna purificare il corpo, la mente e l’anima. Un drenaggio da quelle negatività che ottenebrano la mente, inducendola a false verità. Lanciare via quelle zavorre che impediscono di volare! Come le mani di Roberta, dolcemente e sapientemente, rimettono in sesto un corpo dolorante e non più capace di muoversi, così la sua penna poetica monda l’uomo da questi elementi bui. Uno di essi è la Cattiveria: “Emozione? Sentimento o virus,/molto subdola ma diffusa./Ferisce tutto ciò che le è diverso,/aumenta ad ogni reazione…Ha diverse espressioni,/ma lascia sempre ferite che/a fatica si chiudono” (“Cattiveria”). Le parole della preghiera del “Padre Nostro”, acquistano qui maggiore significato: “Liberami dal male!/La mia vita è un Sacro movimento,/nell’alto è morte,/io non appartengo a quello./Non conosco chi conosce la verità,/solo prigionieri di pregiudizi!” (“Liberami dal male!”). NEMO PROFETA IN PATRIA. La poetessa vive il dramma interiore del “non ascolto”. Gli uomini rimangono ancorati alle loro false verità e non riescono quindi a sentire e seguire la voce dell’Assoluto. Non vivono, perciò, pienamente il loro essere. Così invece che seminare il Bene, spargono il Male, regredendo invece che evolvendo (la farfalla si muta in bruco): “Ma…..esistono gli esseri umani?/Cosa è umano? Che significa?/Gli uomini non rispecchiano/il significato,/esprimono altro!/Non conosco umani,/ma….disumani, insensibili/al male che spargono/attorno a loro./In loro non c’è cammino,/c’è regressione pericolosa…” (“Umani?”). Eroicamente, Roberta invita alla ribellione e a recedere da questa cieca consuetudine umana dell’esistenza: “Voglio ribellarmi!/Sento le mie cellule gridare…./RIBELLATI!/Liberaci da questa lunga/prigionia!/Risvegliati, guarda/più in profondo,/senti il DNA vibrare.” (“Ribellati!”). Una verità in cerca di lettore. Vengono in mente le parole riferite a Giovanni Battista: “Ecco, dinanzi a te io mando il mio messaggero: egli preparerà la tua via. Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri ” (Marco 1,1-8). Il lettore che saprà avvicinarsi corpo, cuore, dna, cellule, muscoli, mente e anima a quest’opera, sarà in grado di sentire il grido di Verità della poesia di Roberta: “Ribellati, cambia,/le azioni i pensieri,/osa spazi diversi./Non guardare attorno…./gli occhi non capiscono!/Senti le grida, segui,/lascia la tua vita guidata” (“Ribellati!). Sarà come rinascere, prendere possesso del proprio corpo, vivere pienamente per la prima volta: “Abito questo corpo per la prima volta./Scopro una forza unica,/che muove cellule e sangue./Una consapevolezza unica,/mai sentita./Appartengo a me,/in modo unico e nuovo./Le cellule, più che mai presenti,/con una nuova gioia./La vita si rinnova” (“La prima volta”). Roberta, una poetessa, che ci mostra nei suoi versi la nostra vera famiglia, in un nuovo Cantico dei Cantici, oltre la religione, il tempo e lo spazio: “L’Universo immenso,/grande Padre./Madre Natura la sola/vera Madre,/tutto intorno fratelli!/Differenti fratelli,/pelosi, che volano,/grandi, piccoli, acquatici./Altri ricchi di rami e foglie,/per abbracciare,/colorati e profumati,/per trasmettere gioia./Questa, una vera famiglia” (“Genitori”).

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