L’ARTE DELLA BELLEZZA
Montagne, Mari, Città d’arte, Monumenti, Fiori, Bambini…l’artista Photolivio è un amante della Bellezza. Scatti sublimi che fermano la realtà della PULCRITUDO nel tempo, per sempre rendendola eterna. Eppure il fotografo è compartecipe e co-genitore di essa. La luce giusta, il colore adatto, il MOMENTUM: la perfezione del bello, l’emozione del tutto e l’arte di essere “Nel posto giusto al momento giusto!”. Photolivio portatore sano di meraviglia: “La bellezza salverà il mondo” (“L’Idiota”, F. Dostoevskij) Dagli albori dei tempi, uno dei fini vitali dell’uomo è sempre stato la ricerca della “bellezza”. Dalle primitive pitture rupestri passando per l’arte classica, Dal Medioevo al Rinascimento, Dal Barocco all’Illuminismo, dal Romanticismo al Novecento fin , schiere di artisti, filosofi, poeti, hanno cercato, qualsiasi fosse la loro cultura o il loro modo di pensare, di trovare la bellezza e spesso anche definirne i canoni. La frase di Dostoevskij è alla base dell’arte, della produzione creativa. L’opera stessa è il frutto della ricerca umana. Essa è meta e la fine del percorso verso lo spirituale. “Ogni cosa ha la bellezza, ma non tutti la vedono.” (Confucio). L’artista, il poeta, il fotografo Photolivio è colui che è in grado di coglierla e di renderla fruibile agli altri. Il percorso di Photolivio ce ne mostra allora diversi tipi, elevandosi sempre più verso l’alto. Possiamo, quindi, dividerlo in fasi. LA BELLEZZA UMANA, LA BELLEZZA CREATA DALL’UOMO, LA BELLEZZA DEL CREATO. 1) LA BELLEZZA UMANA. L’essere umano è interessante. Le sue mille emozioni, espressioni e pose. La plasticità del corpo. In questo universo protagonisti sono i bambini e le donne, quadri dipinti da contemplare. In “SONO STANCO” un fanciullo seduto in un prato di margherite, riposa stanco, grazie all’ars di Photolivio, diventa icona della “stanchezza” e potrebbe anche rappresentare temi più generali come quello di una terra o di una infanzia stufa di essere maltrattata. Il confine tra le fasi citate è sottile e lo stesso bambino partecipa della Bellezza del creato: coglie degli splendidi FIORI dorati, su un letto di foglie autunnali (“EDO-MANO-FIORI-FORNACE”); danza sulla neve, sciando (“LO SLALOM”); nuota a pelo d’acqua inseguendo un pallone (“PALLA A NUOTO”). In queste foto e anche in altre, l’artista gioca sul LIMES, al limite (appunto) del contrasto. In “SONO STANCO” il prato fa venire in mente ragazzini scorrazzare e invece il ragazzo è seduto; in “EDO-MANO-FIORI-FORNACE” il manto di foglie autunnale, certo non presupporrebbe gli sgargianti fiori gialli. In “SLALOM” il bianco manto della neve contrasta con le porte blu e rossa. Questa è una geniale e sagace tecnica artistica per dare movimento, azione, vitalità. 2) LA BELLEZZA CREATA DALL’UOMO. Roma, Firenze, Venezia, Milano, Mosca, Paesini di montagna e di mare. La bellezza creata dall’uomo. Ancora il tutto reso eterno dallo scatto sublime e vivo di Photolivio, con l’abile gioco dell’attraversamento dei confini e contrasti. In “PONTE VECCHIO” la lucentezza del ponte e dei bagliori attorno illuminano la notte e il buio dell’acqua. In “MANAROLA E LA RISACCA” il paese che si erge sugli scogli, resiste all’onda d’urto di un mare agitato. In “LIVIGNO”, il paesino di montagna innevato, sembra sprofondare o emergere dalla neve. Le foto di confine più evidenti sono quelle delle chiese di Mosca. Le cupole che toccano il cielo in “SAN BASILIO RED SQUARE” e in “ROSTOW – RUSSIAN WIEW”, sono ricoperte di neve o in un paesaggio glaciale e sembrano alte montagne. È la foto di passaggio alla 3) BELLEZZA DEL CREATO. Le Dolomiti, montagne patrimonio dell’Unesco, sono uno splendido “vedere”, soprattutto per la loro caratteristica roccia che riflette e incorpora i colori. La loro regina “MARMOLADA” è vista da lontano in mezzo ai suoi sudditi (le altre vette). In “DIETRO AL RIFIUGIO LOCATELLI”, splendido contrasto tra i laghetti formatisi in una collinetta verdeggiante e il monumentale complesso roccioso intorno. Nel magnifico “LAGO DI CAREZZA”, i Campanili del Latemar sembrano specchiarsi nel lago e l’osservatore non sa se è più bello il lago o la montagna rappresentati. Nel “PARCO DELLE ODLE” al termine di prati sconfinati, una chiesetta si erge e sembra una coccinella rispetto al gigante roccioso alle spalle: “E guardo il tuo cielo, opera delle tue dita,/la luna e le stelle che tu hai fissate,/che cosa è l’uomo perché te ne ricordi/e il figlio dell’uomo perché te ne curi?” (Salmi,8). Anche il Mare, presente in molte foto, ha un ruolo importante nell’opera di Photolivio. L’idea che viene data è che esso sia infinito o rappresenti l’Infinto: “E il naufragar m’è dolce in questo mare”. Eppure queste meraviglie che spuntano, sono come parole che vengono scritte su un foglio di carta, dove la carta è il mare e i versi sono i soggetti rappresentati. Così In “LERICI” le barche, il paesino e il Castello si ergono in sequenza dall’acqua; così in “GIGLIO” le luci delle barche si tramutano in lampioni romantici di una strada, che porta a una tavola apparecchiata per una cena d’amore. Recentemente anche Papa Francesco ha dato speciale importanza alla trasmissione della fede cristiana attraverso la via Pulchritudinis (la via della bellezza). Non basta che il messaggio sia buono e giusto. Deve essere anche bello, perché solo così arriva al cuore delle persone e suscita l’amore che attrae, (” La gioia del Vangelo”, papa Francesco). L’origine sanscrita/indoeuropea del termine Bet-El-Za vuol dire: “il luogo dove Dio brilla,”. Brilla dappertutto e fa brillare anche noi con il bello. L’artista che ne è un eterno cercatore, ci mostra la foto simbolo della sua arte: “GIGLIO”. Su una spiaggia, l’ombrellone, la torretta di vedetta e la sedia del soccorso sono vuoti. Esse sono metaforicamente il luogo dell’artista. Dalla torretta egli scruta il mondo in cerca di bellezza e quando la scorge, come un bagnino che si lancia per salvare il bagnante, si getta senza remore nel mare perché la bellezza va colta al volo, prima che affoghi nel mare….e il posto è vuoto perché il fotografo s’è tuffato! Grazie Photolivio per renderci partecipi di quest’Immensità! Le migliori parole per concludere la visita alla galleria sono quelle di Vito Mancuso: “La via della bellezza è la via della salvezza…Io penso che quel che Agostino dice della bellezza come simbolo di Dio valga allo stesso modo per la bellezza in senso stretto: essa è sempre con noi, ma, se noi non siamo con lei, non la percepiamo ed è come se non ci fosse”.