Sergio Camellini

INCISIONI COL PENNINO SULLE PAGINE DELLA VITA

Il poeta Sergio Camellini, ha alle sue spalle una onorata carriera letteraria, giustamente corredata di premi e riconoscimenti. Una produzione artistica continua e feconda, che parte da una concezione basilare: la parola è fondante, il “logos” ha in sé una potenza innata. Viene in mente il prologo del Vangelo di Giovanni:”In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio ed il Verbo era Dio. Egli era in principio presso Dio: tutto è stato fatto per mezzo di lui, e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.” (Giovanni 1,1-3). Ogni verso è per il poeta un incisione col pennino, non solo sulla carta ma sulla pelle, sul cuore, sulla mente e sull’anima del lettore. Le emozioni, la vita, lasciano il segno nell’autore che, a sua volta, le rende eterne tramite il Logos/parola/verso. L’immagine di un “tatuatore” può aiutarci a farci un’idea colorata del processo in atto, ma l’azione dello scrivere, pur se delicata, ha l’affondo dello scalpello col martelletto: “Lasciami di te/una carezza delicata…/poetiche parole/scritte sull’arpa dei sogni…” (“Lasciami di te un’emozione”). Con “la visione poetica” l’autore è in grado di capire che lo stesso processo artistico è quello tra creazione e Dio: “Dacché l’uomo/apparve sulla terra/guardò al cielo,/un grande libro/che lesse tutto d’un fiato..” (“Ecco, il libro del cielo”). Dunque un Dio poeta e artista: “Luna…/Scolpita nei cieli come opera d’arte…/trasmetti intense emozioni” (“Il mio canto alla luna”). Con questa premessa, si può capire come Sergio trovi nello stile del maestro Ungaretti, quello più consono alla sua arte. Versi di poche parole, proprio perché il “logos” conta ed ha già in sé la potenzialità, il seme della fecondità spirituale. Una concezione che ha riscontro anche nella forma. Pensiamo a una incisione latina su un marmo! Ha senso anche lo spazio vuoto. Nell’opera di Sergio lo spazio è il silenzio che precede l’emozione, il foglio bianco su cui far scorrere il pennino: “Vorrei camminare/nel silenzio/e sul silenzio/delle tue emozioni,/certo/che mi sentirai/quando le parole/raggiungeranno/l’ultimo approdo…” (“Nel silenzio, l’emozione”). La vita è l’opera d’arte che Dio c’ha donato, come un compositore: “La vita è un dono…/è il pentagramma/dell’amore…” (“L’impegno della vita”). Il poeta nel suo percorso spirituale riesce a sentire la creazione e la propria esperienza personale come un tutt’uno. Un antico borgo, allora, può essere sia il vecchio borgo dell”infanzia dell’autore, sia un vecchio paese che come “creazione” divina, provoca la stessa emozione nel poeta, come se davvero fosse il suo paesino natìo: “È bello/camminare/tra l’antico borgo/innevato/aggrappato alla collina…/quando il bagliore/della coltre/illumina la sera/e la poesia/fa toccare/l’impalpabile” (“L’antico borgo innevato”). Preparando lo spazio dentro di noi, possiamo ora leggere le poesie di Sergio, facendo attenzione a ogni logos. Il poeta, come ha saputo vergare le pagine dei suoi versi, saprà scrivere nelle pagine della nostra vita: “Quanto è complessa/la pagina della vita…/la leggi la rileggi/la mediti la correggi/la riscrivi…/ne scegli una intonsa/riprendi a vergare/la penna d’improvviso/scorre veloce..” (“La pagina della vita”.). INCISIONI COL PENNINO SULLE PAGINE DELLA VITA.

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