Luce su Eraclito l’oscuro

Vissuto tra il VI e il V secolo prima della nostra era, il filosofo greco Eraclito di Efeso fa ancora riflettere. Anche se di lui ci restano soltanto frammenti, testimonianze, imitazioni; le sue opere sono andate perdute.
Innumerevoli storie della filosofia hanno cercato di sintetizzarne il pensiero.

Fu detto l’”oscuro”, ma Eraclito affermò con chiarezza che tutto diviene e muta e nulla resta identico a se stesso. Era certo che soltanto dalle opposizioni nasca la vita: la malattia rende piacevole la salute, il male il bene, la fame la sazietà, la fatica il riposo. E ancora: asserì che la guerra è madre e regina di ogni cosa. Un pensiero che cozza contro i propositi buonisti di oggi, tuttavia la natura lo testimonia con le sue scelte e la filosofia mai se n’è scordata (si pensi alla necessità delle guerre sostenuta da Hegel).

Questo filosofo del divenire incessante è stato studiato ininterrottamente. Dal suo pensiero nascono Platone e Aristotele; Seneca e gli stoici lo meditano, eccolo nei Padri della Chiesa o in Petrarca o in Hölderlin; è analizzato minutamente da Heidegger, diventa argomento della tesi di laurea di Spengler.
Non è facile parlare di lui e un’indicazione di quanto rappresenti si può avere da un volume che raccoglie i testi di un convegno, organizzato da Giuseppe Fornari, tenutosi il 30 settembre 2009 a Bergamo, ora uscito in seconda edizione con utili aggiornamenti: ha come titolo “Eraclito. La luce dell’Oscuro” (Leo S. Olschki Editore, pp. 324, euro 30).

Oltre saggi che trattano tra l’altro del sacrificio secondo l’Oscuro o della fisica delle origini, il volume contiene interventi di Serge Mouraviev, uno dei massimi studiosi di Eraclito. Egli sta pubblicando gli “Heraclitea”, un lavoro colossale di ricostruzione e di indagine del lascito del sommo greco: iniziato nel 1999 presso le edizioni Academia Verlag di Sankt Augustin, sono sino ad ora usciti 11 volumi (altri in preparazione). Nel libro curato da Fornari, tra le novità del 2017 c’è l’ipotesi di ricostruzione dell’opera di Eraclito secondo la nuova impostazione di Mouraviev. Si legge tra le pagine 17 e 52.
Una nota. Il termine greco “polemos” è reso in questa traduzione con “conflitto”. Altri, in passato, come la classica raccolta Diels-Kranz, con testo greco e versione tedesca, hanno scelto “guerra” (Krieg, in tal caso). Entrambi rendono l’idea originaria, giacché “polemos di tutto è padre,/ di tutto è re;/ e gli uni designa come dei,/ gli altri come uomini;/ gli uni fa schiavi,/ gli altri liberi”. E’ il frammento tradizionalmente indicato con 53, qui è il 26.
Aggiungiamo un complimento all’editore Olschki, che non si arrende. Oltre la seconda edizione del libro su Eraclito, ha pubblicato un altro volume del “Corpus dei papiri filosofici greci e latini” (la parte II,3: Gnomica). Con l’aria che tira, anche ci sono coperture economiche, tali libri sono atti eroici.

di  

Premi invio per cercare o ESC per uscire