In che modo ha selezionato la fotografia da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso questo scatto?
La foto esposta è un anteprima del mio nuovo progetto “Explosion”. Un progetto intimo che racconta una fase delicata della mia vita in cui mi sentivo un “fiore” spento, che attraverso un percorso di guarigione è rifiorito. Del resto capita a tutti di affrontare momenti difficili che ci spingono a cadere, a non vedere luce, tanto da smettere di brillare. Ma in ogni buco nero si può trovare uno spiraglio di luce che può farti tornare a splendere con nuove sfumature di colori pronte a Esplodere.
Come realizza i suoi scatti? Sono frutto dell’ispirazione del momento oppure tende a ricercare situazioni e luoghi in cui poter realizzare lo scatto perfetto?
Non tendo quasi mai a ricercare situazioni particolari. Sono scatti che rappresentano il mio vissuto e per questo posso tranquillamente dire che sono frutto dell’ispirazione del momento.
Quando si è avvicinato alla fotografia? Ha sempre scattato in digitale o anche in analogico? Nel corso degli anni ha seguito dei corsi per studiare nuove tecniche?
Non saprei dire con precisione quando ho iniziato a fotografare. Potrei dire da adolescente, ma non ne sono sicura. La verità è che mi viene talmente naturale che forse la cosa più giusta da dire è che fotografo da sempre.
Qual è il suo genere fotografico preferito? Still life, street photography, reportage, naturalistica, ritrattistica…
Non ho un genere predominante anche se sulla base dei miei ultimi lavori può sembrare il contrario. Mi piace approcciare a vari generi, ma se dovrei scegliere direi che quello che mi rispecchia di più è la fotografia d’arte.
È solita post produrre i suoi scatti oppure preferisce lasciarli fedeli all’originale?
Prediligo la fotografia d’arte! Post produco al 90%, ma tendo (anche se in minima parte) a lasciare qualche scatto in originale. Amo catturare il momento non un momento.