Intervista d’Autore – Pieghe dell’anima

Da dove nasce l’intenzione di pubblicare una sua personale raccolta di testi? Dalla sollecitazione di chi ha ricevuto qualche mio testo, dall’idea che a qualcuno la mia poetica possa servire a trovare un momento di riflessione e di discernimento per ciò che sta vivendo.

Come ha scelto il titolo dell’opera e perché? Perché l’anima è ciò che di più intimo e vero abbiamo. All’anima non possiamo ne mentire ne sfuggire e per quanto cerchiamo di non farci caso nelle sue pieghe si nascondono tutti i desideri i dubbi e le paure che abbiamo.

Ritiene che l’immagine della copertina rispecchi il contenuto e l’intento del suo libro? Sì, credo che tra le proposte grafiche avute, quest’immagine sia la più idonea a raccontare l’anima del libro. Che cos’è l’anima se non quel luogo in cui noi siamo più veri, raccogliamo le nostre esperienze facciamo sedimentare la nostra memoria e attraverso il filtro delle emozioni ci costruiamo pian piano, non
è forse la libreria della nostra esistenza. E lì tra le pieghe dell’anima sotto un po’ di polvere che spesso troviamo ciò che ci fa essere veri, ciò che nei momenti difficili ci dà pace!

In che modo ha selezionato i testi da pubblicare? Li ho scelti per raccontare un filo rosso di esperienze di frammenti di vita che fossero in grado di legare la prima poesia “Gli spazi dell’anima” con l ‘ultima “Le pieghe dell’Anima” che poi dà il titolo a tutta la raccolta. Un viaggio dal macro cosmo aperto al micro cosmo intimo della propria esistenza.

Sono testi scritti con l’intenzione di far parte di un’unica pubblicazione oppure li ha selezionati successivamente tra tutta la sua produzione letteraria? Come anche nella mia raccolta precedente “Parole Oltre il Nulla, Lampi del mio Esistere”, tutte le prose sono state selezionate dalla mia produzione (basti vedere le date che non sono una cronologia) ma voglio regalare un percorso sincronico al lettore.

Qual è il messaggio che desidera lanciare ai lettori tramite il suo libro? Credo di averlo scritto nei ringraziamenti del testo e che riporto nella sua essenza: Spero che il lettore possa cogliere le profondità di ciò che lo circonda per essere capace di vivere e non lasciarsi vivere dal tempo e dallo spazio che gli è dato. Attraverso la rievocazione di quegli elementi che sono alla base del senso di ogni esistenza e
di ogni uomo in ricerca, ossia il Tempo, l’infinito la vita e la morte e la domanda su Dio e sull’uomo.

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Certamente la poetica del ‘900 e la scrittura dei Padri della Chiesa in particolare Evagrio Pontico, ma tutti i Padri che con i loro detti riuscivano a sintetizzare grandi verità e facevano meditare sulle cose essenziali della vita.

Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché? Montale, Ungaretti per la loro capacità di sintesi e di vivere il loro tempo. Marquez per l’oniricità della sua narrazione, Pavese, Kafka per le loro inquietudini interiori e poi la Bibbia per il respiro narrativo di ciò che è l’essere umano… Ma non solo.

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua scrittura? In tutto e per tutto. Perché come ho scritto in fondo al libro “Sono figlio di ogni pensiero dell’uomo di ogni epoca”. Senza la mia vita la mia formazione scientifica, teologica filosofica ed esperienziale non ci sarei io e non ci sarebbe la mia poetica e la mia scrittura quindi rimandando a un famoso detto di Cartesio, rivisitato per l’occasione “EgoVivo Ego Sum Ego Scribo”.

Può farci un esempio citando uno dei testi in cui emerge questo aspetto? Le poesie scritte per mia moglie, l’arrivo dei miei figli, la morte di mia figlia che è la stessa che scrissi quando è arrivata in famiglia. E sempre una nascita ne riporto solo il:
… Non sarà il bello,
acclamato
da un mondo che va oltre
Dio (è pura estetica?!)
Io ora amo in pienezza,
abbracciando
questa mia figlia
imperfetta.

Le altre lasciamo scoprire ai lettori.

    Riesce ad immaginare la sua vita senza la scrittura? Nella maniera più assoluta, no! Io scrivo per lavoro quando faccio relazioni tecniche, scrivo per servizio alla Parola, si non è un errore la P maiuscola, perché intendo la Parola di Dio, quando con mia moglie prepariamo incontri e o ritiri… scrivo poesie perché mi
    piace fissare i momenti topici della vita. E’ ovvio che non puoi scrivere se non sei
    un attento e assiduo lettore.

    I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento? C’è sempre un nucleo che parte come scrittura di getto. Questo è un’ispirazione folgorante o l’impellenza di fissare un evento, un sentimento. Poi c’è quello che i chimici chiamano gemmazione ossia partendo dal primo cristallo, in una soluzione, si fa crescere il corpo, ne si
    perfezione il reticolo. Questo avviene anche con la poesia ripensando i termini, la posizione delle parole il titolo… ma a volte le poesie nascono già perfette nella loro essenza.

    Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché? Risulta difficile fare questa scelta perché a loro modo ogni lirica ha il suo perché rimanda a momenti particolari a sensazioni importanti, che mi hanno portato a porre dei lemmi sulla carta, non sarebbe stato cosi altrimenti… E’ come domandare ad una mamma quale figlio ama di più o emerge sugli altri… ciascuno è amato in modo unico e diverso con la stessa fonte d’amore.

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