La sua passione per la scrittura nasce dall’infanzia oppure si è manifestata più di recente?
La mia passione per la scrittura nasce nel periodo della mia adolescenza e della mia gioventù: considerando la mia età abbastanza avanzata la ritengo una esigenza culturale e spirituale che mi accompagna da sempre, favorita certo dagli studi classici liceali e purtroppo ostacolata e interrotta nel lungo periodo della mia vita dedicato al lavoro (medico) ma ora ripresa con gratificazione e soddisfazione.
Qual è il momento della giornata che predilige per la scrittura dei suoi componimenti e perché?
Sicuramente il pomeriggio e la sera, il mattino mi sembra meno favorevole alla introspezione e alla ispirazione artistica: sono convinto comunque che la poesia necessita nel modo più assoluto di silenzio e solitudine, altrimenti la creazione della parola “sfugge”, non si concede all’umano.
In che modo nascono le sue poesie? Sono frutto di momenti di vita reale e personale oppure le piace scrivere di sentimenti universali?
Penso che le mie poesie siano un compendio di concetti e di vita vissuta, passata presente e futura: di solito una parola, un’idea o un’immagine sono lo spunto, sono il “titolo” di un componimento che è poi un lavoro di costruzione, di creazione dal nulla e quindi di produzione di un prodotto che rispecchia, o cerca di rispecchiare, le intenzioni iniziali: definirei la mia poesia con il doppio termine di “lirismo concettuale”.
Crede che la scrittura poetica l’accompagnerà per tutta la vita? Riuscirebbe mai a farne a meno?
Intendo la scrittura poetica come un cardine sostanziale della mia vita, è una simbiosi contingente e spesso necessaria; non potrei mai pensare di abbandonarla o trascurarla: la vita dovrebbe, per tutti essere, oltre al quotidiano e a ciò che il destino per ognuno comporta, una manifestazione della “letterarietà”, della spiritualità di cui ogni umano è provvisto e della riproduzione, per quanto è possibile, delle nostre contingenze nella grande metafora dell’arte.