Intervista d’Autore – Nadia Riboldi

La sua passione per la scrittura nasce dall’infanzia oppure si è manifestata più di recente?

La mia passione per la scrittura è nata sui banchi di scuola, già dai primi anni. Ho sempre amato leggere e inventare piccoli racconti che di solito accompagnavo da disegni a colori. Quando mio padre mi regalò una macchina da scrivere iniziai con entusiasmo a creare piccoli file con le mie storie: brevi fiabe, favole, racconti e talvolta poesie. Fu solo nel 2021 però che trovai il coraggio di fare pubblicare il mio primo romanzo autobiografico, nato dal desiderio di divulgare la condizione genetica rara di mio figlio e aiutare altre famiglie nella nostra stessa situazione. A questo romanzo ne seguì il sequel e un libro di favole per bambini.

Qual è il momento della giornata che predilige per la scrittura dei suoi componimenti e perché?

Il momento della giornata che prediligo per scrivere i miei componimenti è quello delle mattine del sabato e della domenica, in cui il resto della famiglia dorme e io posso rilassarmi e liberare le emozioni, ma per scrivere poesie mi piace anche ascoltare musica e lasciarmi trasportare dalle note che spesso mi aiutano ad aprire il cuore. Non c’è quindi un momento particolare per crearle: sono le parole che bussano e chiedono di essere messe nero su bianco e, quando accade, mi basta isolarmi in una stanza della casa o addirittura dotarmi di cuffiette e melodie che aiutino a fare uscire allo scoperto l’emozione che in quel momento si è fatta travolgente.

In che modo nascono le sue poesie? Sono frutto di momenti di vita reale e personale oppure le piace scrivere di sentimenti universali?

Il più delle volte sono frutto di momenti di vita reale e sensazioni personali concrete che sarebbe un peccato non ascoltare e condividere. Qualche volta mi capita, però, di venire talmente coinvolta dai sentimenti altrui, da sentire il bisogno di raccontarli.

Crede che la scrittura poetica l’accompagnerà per tutta la vita? Riuscirebbe mai a farne a meno?

Sono convinta che questo bisogno di comunicare con la poesia non avrà mai fine. Così come lo sentii nascere forte già da piccolina, continuerà ad accompagnarmi e non potrà mai spegnersi, almeno finché avrò la lucidità di pensiero. Meraviglioso sarebbe se le mie parole potessero sopravvivermi e continuare il loro viaggio oltre il mio tempo.

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