Interviste d’Autore – Davide Beccalli

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

“Riflettendo circa la mia poetica, affinità maggiore vado riscontrandola nella disparità letteraria francese, ove secernendo testi di autori quali Baudelaire, Rousseau o Lamartine, vi conformo il sentimento alla scrittura, tuttavia dissipandone i canoni. Difatti, seppur vivi in me si accendano, flebili, gl’epifanici impulsi ch’il sogno apporta, altrettanto ardenti sono i quesiti concernenti l’animo, d’eterea dicotomia rivestiti.”

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

Estinzione è la poesia che andrei scegliendo poiché a prescindere dal memento in cui vado leggendola, ritrovo in essa il realismo ch’adorna i miei passi. Quantunque il cor, ed il lume, si trovino d’un’eclisse in abbaglio, daccapo in tangibile discendono, talvolta scorgendovi crudezza e solipsismo ch’in oscuro giace, silente, lungo l’impeto ch’il tempo apporta.”

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

“Sovente mi domando a proposito la necessità di scovare termini adeguati alla comprensione dei testi. Ciononostante, prediligo solo scrivere ove in esalto riposto. Direi dunque che l’istante a cui mi trovo accinto, con le specificità ch’il tempo apporta, sia parzialmente, se non in esclusivo, il principio dei miei testi, infine mutati nella loro primordiale essenza.”

Qual è il sentimento che la spinge a scrivere poesie? Sente che la aiuta ad affrontare meglio i sentimenti e la vita quotidiana?

“Disparati sono i sentimenti di cui mi avvalgo, ove in ispirazione. Tale è la ragione per cui vi è talvolta abissale difformità nella natura dei testi; giacché vo dissipando il quadro dapprima ipotizzato, al fine di porre in risalto la dicotomia che risiede nell’animo (mio e di ciascuno). Se dovessi intendere i miei testi come compagni di viaggio, le cui parole andassero apportandomi ausilio, dunque preferirei la solitudine… Sento tuttavia che mediante i medesimi sia riuscito, e riesca al presente, a giungere ad un grado di consapevolezza maggiora, non poiché fossi in principio empio in coscienza, quanto poco propenso nel riconoscimento della stessa; alla quale sono innanzi posto, dei testi redigendo la stesura.”

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