Intervista d’Autore – Lorena Molinari

In che modo ha selezionato l’opera da esporre? Quale valore ha per lei e cosa desidera trasmettere agli spettatori attraverso la sua opera?

Il tempo non aspetta nessuno è un’Opera che nasce dall’esigenza di raffigurare pittoricamente la poesia intitolata “Passerà”, presente nella collana “Le voci di via Margutta Vol.15/ 2024”

Passerà

Suona una campana
in lontananza,
ascolto e aspetto
di partire…
Aspetto i pacchi.
Aspetto le persone.
Aspetto che il telefono squilli.
Suonano le campane in coro…
ascolto, sto finalmente aspettando
di non aspettare più.

Questa poesia racconta per esigenze dell’Artista ma anche per raccontare la memoria collettiva, di quanto tempo si passi ad aspettare qualunque cosa nel corso della nostra vita che già dura un attimo, mentre in realtà il tempo che scorre inesorabilmente non ha mai aspettato, e mai aspetterà nessuno di noi. Se ci pensiamo, chi di noi non ha mai passato minuti, ore, giorni, mesi e anni ad aspettare, che arrivi qualcosa o qualcuno: un pacco, il momento di vedere una persona, uno squillo o un messaggio, l’inizio di un programma in tv, il pullman che si spera arrivi in orario, e tantissime altre cose, impossibile elencarle tutte. Il soggetto dell’Opera, è una ragazza che seduta di fronte ad una finestra semi aperta, ascolta i suoni delle campane e della città che in lontananza si arrabatta tra milioni di rumori di sottofondo… e aspetta. Aspetta qualsiasi cosa come niente, ma soprattutto sta aspettando l’attimo giusto per passare dal suo modo di vivere passivo a quello attivo, perché vuole finalmente reagire, non vuole più aspettare mentre la sua vita scorre in balia degli altri e degli eventi, ma finalmente vuole essere l’artefice e la protagonista  della sua vita.

Quali sono i suoi punti di riferimento artistici? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

Ricordo che a 12 anni mi regalarono un libro dell’ingegnoso pittore e incisore M.C. Escher e me ne innamorai all’istante, perché mi fu subito chiaro che le sue opere più strabilianti e illusorie, erano il suo modo di rappresentare il mondo interiore, a me tanto caro. Ho amato anche il pittore impressionista per eccellenza: Monet, ma non tanto le famose ninfee, più i quadri di campi di papaveri, le donne con i loro
parasole, l’alba e il tramonto dipinte nelle varie stagioni dell’anno. Anche le opere tra realismo e romanticismo di Manet sono state frutto d’ispirazione, di un suo quadro in particolare (Chiaro di luna sul porto di Boulogne) mi sono dilettata a riprodurne una copia. A bocca aperta ho avuto la fortuna di ammirare dal vivo vari artisti e molteplici opere in giro per i Musei d’Europa, non solo i quadri, ma anche sculture, come non citare “Amore e Psiche” di Canova, ”Forme uniche della continuità nello spazio” di Boccioni, ma anche le meravigliose vetrate di Chagall. Di un’opera in particolare di Giacomo Balla ho provato una sensazione d’estasi profonda come se di fronte al filtrare della luce dalla finestra non riuscissi a capire se inganno o realtà colpisse i miei occhi. Così ho provato e sto a voi a dire con che risultati riproporne una mia versione. Altre centinaia di pittori sarebbero da menzionare per chi trova bellezza in qualsiasi tipo d’arte, ma per concludere posso solo dire che mi hanno molto influenzato tre pittrici in particolare: Frida Kahlo, Tamara de Lempicka e Georgia O’ Keeffe. L’unica nota che però mi ha rapito il cuore ed è suo tutt’ora e per sempre, è dell’uomo che ha trasformato i miei sogni in realtà visiva.
Ebbene parlo proprio di Lui: Hayao Miyazaki, regista – sceneggiatore – animatore. Tra tutte le cose che potrei desiderare, so cosa darei per fare un viaggio nella sua testa o poter passare 24 ore insieme al Maestro per discutere delle sue idee, delle sue opere e di come i suoi occhi e la sua anima vedono questo dannato mondo (devo confessare di essere un’amante dei film d’animazione giapponese già da quando nessuno li conosceva ed il loro materiale era difficilmente reperibile qui in Italia). Questo è tutto.

Come realizza i suoi dipinti? Ha già un’idea chiara e definitiva di cosa andrà a dipingere oppure costruisce l’opera in momenti e fasi differenti?

Un’idea di base c’è sempre, uno spunto di qualcosa visto qua e là che mi ha colpito, un’altra opera in qui ho trovato un dettaglio che mi rappresenta o rappresenta quello che in quel momento provo o vorrei dire, ma cosa di preciso andrò dipingere e con che tecnica lo farò non lo so ancora. Mi piace dipingere su supporti che trovo, materiale di riciclo, un pezzo di cartone, un’anta di un armadio che è stato smantellato, una piastrella in marmo trovata abbandonata sul vecchio solaio… o sulle mie agende che hanno fatto la storia, una viene dal Nepal, l’altra da Pienza (FI), un’altra semplicemente comprata in qualche negozietto di Brescia città, ma su tutte ci sono tante opere, sono la mia altra vita impressa col disegno e la scrittura, il colore o il bianco e nero, che sarà passato di moda, ma che io adoro tanto. Ogni opera è per qualcuno a volte proprio una persona o una situazione particolare, altre per qualcuno che al momento non vedo di preciso, ma so che una volta finita mi svelerà a chi appartiene o per chi è stata fatta.

Quali sono le tecniche che preferisce utilizzare e perché? Acrilico, olio, acquerello, tecnica mista…

Col passare degli anni sono cambiate anche le tecniche, quando frequentavo la scuola D’arte disegnavo tantissimo in bianco e nero, essendo abbastanza abile con la tecnica dello sfumato con matite di diversa durezza e gomma pane. Poi con il passare degli anni ho frequentato un corso per dipingere ad olio e ho partecipato a varie “estemporanee” di pittura a cavalletto in giro per i paeselli del luogo dove vivo. Ad acquarello per un periodo ma non è mai stato il mio metodo prediletto, tanto con quello che trovo per casa, pastelli di cera, che mi piacciono perché posso incidere dei particolari graffiando lo spessore del colore o incidendoci sopra con una penna nera particolare, che è un insieme di cose ed è la mia prediletta, mentre adesso dipingo soprattutto ad acrilici per poi sovrapporre tecniche miste.

“L’arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare” sosteneva Salvador Dalí. Può commentare questa citazione?

Non sono assolutamente d’accordo, quante volte guardando un’opera ho provato un intenso senso di quiete, e quante volta la scienza mi causa perplessità e anche timore, non tanto per quello a cui riesce a dare una spiegazione o migliorare con la ricerca qualcosa che già c’era o che scoprirà di nuovo. Ma per l’utilizzo completamente diverso dal suo scopo iniziale, che l’essere umano sarà capace di abbinare. E non penso debba dire oltre, sappiamo alle cose che mi riferisco e in questo momento particolare c’è una
nuova scoperta che mi fa rabbrividire. L’Arte è Bellezza anche quando ci causa sgomento, è sempre e comunque oltre alla sensazione/emozione che ci fa provare, un istante Divino, tanto, che secondo me, Dio doveva tra le tante prodigiose abilità, non solo essere un Artista, ma sicuramente il pittore da cui tutti, nessuno escluso, prendiamo ispirazione.

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