Interviste d’Autore – Stefano Zama

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua poetica?

“La mia poetica esprime l’animo contadino nella sua franchezza e semplicità nel parlare di sé. La mia vita privata a 360 gradi in quanto nata sulle vicende della mia vita. Quelle che parlano del divino o del vangelo esprimono la mia ricerca, anche intellettuale, a partire dagli studi teologici e dalle letture successive alla fine del ministero e del matrimonio, in una ricerca per “ridefinire” Dio e il cammino cristiano come risposta alle molte domande che vivendo sono nate in me.”

La poesia di incipit presente in questa collana possiamo ritenerla un manifesto della sua poetica? Perché ha ritenuto importante che fosse la prima?

“Sì Luce Ventilata possiamo ritenerla un manifesto della mia poetica. L’ho scelta perché la ritengo la più bella come espressione e racchiude in se tutte le altre. Solo entrando nella dimensione del Divino, del trascendente è possibile entrare in sintonia con l’espressione della poesia perché mentre esprime il vissuto della vita t’invita ad andare oltre.”

Ricorda il primo momento in cui si è avvicinato alla scrittura poetica?

“Ricordo benissimo la mia prima poesia Sofferenza Muori scritta  attorno i quattordici anni, ma nei vari traslochi non ho più ritrovato i raccoglitori che contenevano le poesie di quei anni.”

Quali sono i suoi progetti futuri come scrittore? Attualmente sta scrivendo?

“Il mio obiettivo ora è far conoscere la monografia, Infinito di libertà, che ha in sé un grande potenziale. Poi trovare la giusta modalità che renda possibile con i lettori uno scambio di vita a partire da una poesia, una frase, una parola perché siamo tutti in cammino e in ricerca. Condividere il profondo con le persone è sempre un’esperienza “Mistica”. Attualmente non sto scrivendo. Comporre poesia è come respirare, come un fiore che si apre al calore del sole, “accade”! In quel momento mi sembra l’esperienza più ovvia poi rileggendo il testo e rimango meravigliato, stupito.”

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