Vincenzo Lamensa – L’arte che scuote l’anima dell’osservatore e svela l’ipocrisia del mondo

“Come vedo il mondo” nasce dal desiderio di lasciare se non per oggi ma per un domani un segno su Carta, con il desiderio di portare l’osservatore a contatto con la mia arte e la mia arte rappresenta come vedo questo nostro Mondo. Ho selezionato una varietà di opere che vanno dagli anni scolastici fino al 2007, con l’interruzione che ho avuto fino al 2015. Infatti le opere più recenti partono dal 2018 al 2022. Mi sembrava giusto dare la visibilità anche alle opere da cui sono partito. Le mie opere nascono e si sviluppano con colori e forme nella mia mente, nascono da un’idea ben precisa e una volta che la ritengo ultimata, procedo nella realizzazione su tela. Generalmente direttamente con colore. Ma se molto complesso accenno dei riferimenti con la matita su tela e poi procedo con il colore.

Quali sono i suoi punti di riferimento artistici? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché? Sicuramente il Simbolismo, la metafisica e anche il realismo. Ma gli autori che più ho guardato e a cui ho sempre pensato sono: Leonardo, Caravaggio su tutti, Botticelli, Maurits Cornelis Escher.

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua arte? Ovviamente la mia vita privata ha un impatto totale sulla mia arte. Tematiche e opere su temi sociali e ambientali, nascono dalla vita quotidiana. I miei studi intrapresi mi hanno dato una buona e valida conoscenza ma non mi hanno reso quello che sono oggi. Il mio lavoro non influenza direttamente la mia arte, ma la fa diventare ancor di più il mio rifugio preferito.

Quali sono le tecniche che preferisce utilizzare? Acrilico, olio, acquerello, tecnica mista… La tecnica che preferisco è l’acrilico per una questione ambientale. L’utilizzo dell’olio costringe a utilizzare dei solventi, li ritengo meno idonei per l’ambiente. Utilizzo solo l’acrilico o il mix acrilico inchiostro di china.

“L’arte è fatta per disturbare, la scienza per rassicurare” sosteneva Salvador Dalì. In effetti mi trovo in linea con le parole di Dalì, molte delle mie opere nascono con l’obbiettivo di creare disagio nell’osservatore. Per metterlo davanti a uno fatto compiuto e fargli vedere l’ipocrisia umana.

Immagina la sua vita senza pittura? Assolutamente no. Io sono fatto per la pittura e la pittura è fatta per me. Insieme ci completiamo.

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