Io credo di essere una buona osservatrice del prossimo, mi capita che persone che non mi conoscono mi raccontano i fatti della propria vita e io ascolto attentamente. E nella mia cerchia di amicizie uguale, storie di vita diverse accomunate da una sofferenza dell’essere umano. Ecco il mio messaggio è di essere coraggiosi e fiduciosi anche nelle intemperie della vita, la sofferenza e la solitudine se arrivano devono fare da lezione e poi mandarle via per lasciare spazio al bello, al buono.
Da dove nasce l’intenzione di pubblicare una sua personale raccolta di testi? Un desiderio mio che maturavo da 5 anni circa e che per fortuna grazie alla proposta di Dantebus ha preso vita.
Come ha scelto il titolo dell’opera e perché? Scegliere un titolo, per la mia esperienza, è un processo
naturale e non lo si riesce a spiegare con un filo logico. Ho chiuso gli occhi per un attimo intenso e la bellezza intorno era quella che mi ispirava di più, la bellezza della vita, ma bisogna avere occhi e spirito per vederla e per toccarla. Ecco perché ho voluto sviluppare il titolo a forma di domanda: “Vedi la bellezza?”
Ritiene che l’immagine della copertina rispecchi il contenuto e l’intento del suo libro? Magnificamente sì, in pieno direi. Questa copertina a me suscita pensieri di bellezza, di presenza, di rilassamento, di cogliere l’attimo, di lasciare scorrere il superfluo e soprattutto di sentire, cosa che con la società moderna di oggi abbiamo un po’ dimenticato di fare.
In che modo ha selezionato i testi da pubblicare? Sono testi scritti con l’intenzione di far parte di un’unica pubblicazione oppure li ha selezioni successivamente tra tutta la sua produzione letteraria? Nel mio caso è un lavoro misto tra selezionamento delle opere precedenti e una buona parte scritta proprio per la monografia.
Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché? Diversi autori mi piacciono e mi incantano tra cui Alda Merini, Ch.Bukowski, I.Kadare… In quanto al mio livello stilistico non saprei, io “organizzo “ i miei versi così come l’ispirazione arriva.
Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua scrittura? Può farci un esempio citando uno dei testi in cui emerge questo aspetto? La mia vita privata influenza tantissimo, alcune poesie sono autobiografiche, o almeno prendono spunto da qualche
episodio quotidiano. Il lavoro non influenza tantissimo credo.
I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento? Frutto dell’ispirazione del momento. Succede ogni tanto che a rivedere e correggere una poesia qualche parola mi ”stona” un po’ e a quel punto vado a studiare e ricercare la
parola più adatta al contesto.
Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché? Più cara è la poesia dedicata a un momento tristissimo della mia vita, la scomparsa di mia madre, dal titolo “Puro dolore“. Bisogna passare dal dolore per rinascere, quando leggo questa poesia ricordo tutta l’intensità di quei momenti difficili. Quella che rispecchia di più il mio sé poetico è “Giugno disobbediente“
La mia vita senza scrittura…
Assolutamente no,
senza scrivere non riuscirei a vivere,
vorrei dedicare molto più tempo alla scrittura nel mio futuro
e ho già iniziato con qualche racconto letterario in prosa.