Intervista d’Autore – Francesca Di Benedetto

La sua passione per la scrittura nasce dall’infanzia oppure si è manifestata più di recente?

“La passione per la scrittura nasce in infanzia, ma si è manifestata recentemente. In realtà, ho sempre trovato difficile esprimermi in forma scritta, soprattutto nella stesura di racconti perché – come mi ricorda sempre il mio maestro di scrittura, in poesia sei tu in prima persona che parli, nei racconti fai parlare te stesso attraverso i personaggi da te inventati e creati. Questo per dire che la scrittura per me è in effetti una passione, ma una passione complessa che va coltivata molto. La forma poetica è maggiormente nelle mie corde, più spontanea – quasi non riesco a farne a meno – ma ho iniziato recentemente a scrivere ed è tutto da scoprire questo mondo per me.”

Qual è il momento della giornata che predilige per la scrittura dei suoi componimenti e perché?

Prediligo decisamente al mattino perché c’è silenzio e mi motiva veramente ad avere un pensiero propositivo e positivo durante il giorno. Inoltre, mi servo della scrittura per pregare, per meditare, per migliorarmi. Quasi non riesco più a farne a meno, e se per un qualche motivo non riesco a scrivere al risveglio, mi sforzo di ritagliarmi uno spazio durante il resto della giornata. È diventato fondamentale.

In che modo nascono le sue poesie? Sono frutto di momenti di vita reale e personale oppure le piace scrivere di sentimenti universali?

Le prime poesie riguardavano me, ma più che ispirarsi a momenti di vita reale originavano da un universo emotivo intimo personale mai esplorato fino ad allora. Attualmente, invece, scrivo di sentimenti universali, che riguardano l’uomo perché credo – e qui cito Nazim Hikmet, il mio poeta preferito – che la poesia debba innanzitutto ‘servire’, ma non servire nel senso egoistico del termine, deve servire l’uomo nello scoprire la sua umanità, la sua fragilità e bellezza, ma soprattutto deve servire l’uomo spingendolo prima di tutto a cercare e poi incrementare la speranza presente in tutti noi, ovviamente con tutte le difficoltà per incontrarla e farla esprimere. Può servire l’uomo per pregare, per cantare – la poesia ha un suo ritmo, una sua struttura, e attraverso la sua musicalità far giungere il messaggio celermente al lettore. Se la mia poesia trasmette queste sensazioni ha il più grande valore del mondo, altrimenti, attraverso un duro lavoro di elaborazione di scrittura, cerco di raggiungere il fine che per me la poesia ha.

Crede che la scrittura poetica l’accompagnerà per tutta la vita? Riuscirebbe mai a farne a meno?

In questo momento non riesco proprio a farne a meno e, dato che è sempre stata una mia passione, qualsiasi sarà il suo evolversi tecnico e non, credo avrà un grandissimo posto nel mio futuro.

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