Quanto è in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e il suo lavoro influenzano la sua poetica?
I miei scritti sono influenzati da queste tre sfere totalmente: ogni spunto viene creato da incontri nel vissuto e dalla capacità di ascolto e sintesi. Gli incontri generano stimoli (non per forza immediati). L’ascolto aiuta ad ampliare i punti di vista.
La poesia di incipit presente in questa collana possiamo ritenerla un manifesto della sua poetica? Perché ha ritenuto importante che fosse la prima?
In questa raccolta gli incipit sono tre, come le parti in cui ho suddiviso l’operato. Ho inserito le poesie semplicemente in ordine alfabetico, in quanto non desideravo considerare una poesia principale alle altre, ma mi auguro soltanto che vi sia la prossima. I rami che la compongono sono intenti a che essa risulti alta; breve; viscerale.
Ricorda il primo momento in cui si è avvicinato alla scrittura poetica?
Ancora nitidamente: avevo sedici anni e ho sentito l’esigenza di dire la mia attraverso uno strumento che potesse essere “paziente” e permanente: il foglio di carta! Sono stato ispirato da una ragazza e incoraggiato da una ragazza: non la stessa! Allora, ho compreso la netta distinzione tra Amore e Amicizia.
Quali sono i suoi progetti futuri come scrittore?
Le mie intenzioni proiettate nel poi sono mettere in pratica una silloge concernente il mondo dei 5 regni dei viventi: Puante; Animali; Monera; Protisti; Funghi. La gioia condivisa raddoppia; il dolore è privato altrimenti si tende a esagerare. Questo è il mio motto.
«La scrittura non deve avere come argomento la morte in quanto essa è rinascita. Nella commedia anche l’inferno ha il proprio canto soprattutto se è divina, ma la poesia è immortale.»