Interviste d’Autore – Chiara Mambelli

Tutte le sue opere condividono lo stesso titolo, “Anima”, e il soggetto principale, la donna. In base a questi elementi possiamo definire queste sue tele autobiografiche? Se sì, in che modo il suo mondo interiore e le sue esperienze si sono impresse sulla tela?

“La serie di opere Anime rappresenta una capsule collection dal titolo Women Dreams Art, ed è interamente dedicata alla figura femminile. In questa fase della mia vita artistica, ho sentito fortemente l’esigenza di celebrare le donne, o meglio le mille sfaccettature femminili che convivono nella mia di anima. In questo senso si può certamente dire che il progetto è fortemente autobiografico. Passione, forza, potenza, intensità emotiva, resilienza, diffidenza, stupore, accudimento, in ciascuna opera sono riassunte un insieme di emozioni che emergono con prepotenza dagli sguardi enigmaticamente misteriosi delle mie creature. Ciascuno può identificarsi in queste ninfe eteree, che spero riescano a parlare direttamente al cuore.”

I suoi quadri sono stati realizzati con una tecnica mista e polimaterica. Come mai predilige questa tecnica, la utilizza da sempre oppure ci si è avvicinata dopo un periodo di sperimentazione?

“La matericità fa da sempre parte del mio percorso artistico e credo sia uno dei miei tratti caratterizzanti. L’utilizzo di legni, fili metallici, elementi della natura, sassi, gessi e stoffe mi aiuta ad esprimere la complessità emotiva che sottende ciascun lavoro che realizzo. La tela urla di emozioni e queste si protendono idealmente verso l’osservatore, uscendo fuori dallo spazio circoscritto dal colore, per estendersi verso l’infinito, in un costante tentativo di mettere in connessione realtà e cuore.”

Un altro soggetto presente in tutti i suoi dipinti è la natura, principalmente sotto forma di fiori che avvolgono e circondano la donna. Qual è il suo rapporto con la natura e quale funzione assolve all’interno dei suoi quadri?

“Gli elementi naturali, come i fiori, le piante e soprattutto gli alberi costituiscono una metafora, un codice di comunicazione attraverso il quale ritrovare gli elementi portanti della mia arte, che fanno sempre capo al mio vissuto interiore, al mio percorso esperienziale, alla mia sfera intima e emotiva. Nulla è lasciato al caso, il simbolismo rappresenta un modo per condividere ciò che forse, con modalità espressive più dirette, risulterebbe troppo impattante da rappresentare anche per me.”

Se dovesse scegliere tra i grandi artisti quello che sente più affine a lei, chi sceglierebbe e perché?

“Penso a Gustav Klimt per il rapporto dell’autore con il simbolismo, che trova la sua massima espressione nella rappresentazione delle figure femminili. I colori, la luce, la potenza delle sue opere mi hanno emozionato da sempre, toccando le mie corde di bambina incantata da tanta bellezza. Pur apprezzando questo grandissimo genio artistico, tuttavia, ritengo di non avere modelli di riferimento a cui ispirarmi. La mia arte, la mia anima vogliono sentirsi libere di esplorare, di sbagliare, di essere insomma, uniche.”

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