Il suo libro si intitola “Muse”. Come è nata la scelta di questo titolo? Chi sono per lei le Muse?
“Il titolo affidato al mio libro “Muse” nasce dalla mia passione per l’arte, in ogni suo aspetto, che considero essere una delle più nobili forme di espressione che l’uomo abbia potuto ricevere dalla vita, e dal valore di tale concetto nell’antica Grecia l’ideale supremo dell’arte. Per me le Muse sono qualunque ispirazione che si manifesta inconsapevolmente, sollecitando la mia coscienza e la mia fantasia, inducendomi, così, ad ascoltare e ad accogliere quella guida che mi permetterà poi di esternare la personale luce interiore, o un’emozione, raffigurandola attraverso forme e insieme cromie che si materializzano in uno scatto che imprime quell’impressione fugace ma veemente sopraggiunta d’improvviso.”
Le foto presenti nel volume rientrano in due macroaree: la natura e l’arte – design. Da dove nasce il suo interesse per questi soggetti?
“Dal fascino delle forme. Non importa che queste siano pure forme naturali piuttosto che forme artefatte da menti sapienti di artisti e architetti. Essenziale, però, che sappiano allettarmi nel cogito e nella psiche.”
Cosa rappresenta per lei la fotografia? Qual è il sentimento che la spinge a realizzare i suoi scatti?
“Essenza vitale, passione ma anzitutto voglia di dilettarmi con la luce e insieme con le ombre senza porre un’orizzonte alla mia curiosità e alla voglia di riempirmi di incanto e di stupore dinanzi a qualcosa che riesca a non lasciarmi indifferente.”
Qual è il momento della giornata che predilige per fotografare e perché?
“Non ho a priori un momento prediletto della giornata. Semplicemente ogni volta che esco di casa ho sempre appresso il mio telefono cellulare che trattengo in una mano, perché so già che una breve passeggiata piuttosto che un viaggio lascerà impresse nella mia mente memorie e emozioni, ma anche immagini e impressioni improntate dentro alcuni scatti.”