“Antonio e il mistero del Bricco dell’asino” è un affascinante ed intrigante romanzo giallo. Ha trovato difficoltà nella scrittura dovendo districarsi in una trama così complessa a livello narrativo?
“Una traccia pre-esistente, lasciatami in eredità dalla fantasia di Mario, un carissimo amico scomparso pochi anni fa, mi ha portato a sviluppare “il personaggio” ed una storia vera e propria. La trama si è fatta strada usando le regole fondamentali del giallo: un investigatore professionista fin dall’inizio, il presunto colpevole, il movente, la vittima e tutto il resto. La storia nell’insieme, si è poi sviluppata da sé, usando il mixer della fantasia. Quest’ultimo elemento lascia fluire le parole senza grande difficoltà, uscendo ed entrando ad ogni singolo dettaglio, mentre tutto si svolge.”
La trama, senza svelare troppi dettagli, è ricca di riferimenti e vicende legate al Dopoguerra. Come mai ha scelto proprio questa cornice storica?
“La traccia che avevo nelle mani, riportava quegli avvenimenti. Volevo incastrarli e amalgamarli nella trama.”
Come ha costruito i suoi personaggi? In che modo ha scelto di caratterizzarli? Si è ispirata a qualche suo caro?
“Tutti i personaggi ed i nomi, sono frutto di fantasia. Sono stati personalizzati sulla base di caratteristiche tipiche, di persone provenienti da varie regioni italiane.”
Il finale del libro lascia il lettore pieno di suspense… a quando il secondo libro?
“Sicuramente il personaggio principale, con amici e colleghi intenderanno lavorare e supervisionare, quindi non staranno fermi per molto…”