Partiamo dal titolo della sua silloge poetica ossia “Lettere d’Etere – Tessere l’Etere”. Perché ha scelto questo titolo e, soprattutto, c’è un significato nascosto all’interno?
“Decidere il titolo del libro è stato molto divertente e creativo, mi ricorda i momenti d’infanzia a scuola durante progetti artistici o di gruppo! Ho scoperto che decidere il titolo è una cosa seria. È la riduzione di un contenuto in pochissime parole che ne descriva la promessa. Tu lettore guardi il titolo e vieni attratto dalla mia promessa, di ciò che troverai dentro, e magari nella curiosità ne sfogli le pagine.
Raggruppando il mare di argomenti ho constatato che il tutto comunque girava intorno alla parola Lettere. Definisco spesso i miei scritti Lettere poetiche anziché poesie. Quindi, il centro di tutto era Lettere che parlavano dell’Essere in tutte le sue sfumature ovvero in tutte le tipologie di argomenti che affrontavo e che potevano essere raggruppati unicamente in questa categoria come dire… pura, centrale, prima e ultima, primordiale. Nessun significato nascosto, solo la definizione delle parole: Essere vuol dire esistere come pura essenza.
Lettere sono il mio lascito al lettore, al mondo. È il desiderio dell’uomo di lasciare qualcosa di sé oltre questa vita troppo fugace. Io non ci sarò, sono qui per bruciare per qualche istante. Non sono nessuno ed il tempo farà sparire le mie tracce. Tuttavia, di me resterà sempre e comunque la traccia dell’unicità impressa per sempre nella memoria del mondo. Le mie parole resteranno nel cuore di chi mi legge. I mie atti cambiano completamente il mondo, il destino, la struttura dell’universo. In breve, tessere qualcosa di nuovo nell’etere del Creato. Soffermandomi su Lettere d’Essere mi sono accorto che capovolgendo le parole esce una genialata che calza a pennello e suona pure bene. Essere diventa (T)essere e Lettere diventa l’etere.
Tessere l’etere sono le mie azioni ed i miei scritti che creano qualcosa di nuovo nell’etere del mondo, il mio lascito, il mio segno. Un gioco di parole che combacia e incuriosisce!”
I suoi componimenti poetici hanno una struttura formale molto personale e particolare. Ad esempio la scelta di inserire, in alcuni casi, solo due puntini di sospensione invece che tre, oppure un punto fermo isolato nel mezzo del componimento. A cosa sono dovute queste scelte e quale significato hanno?
“Benvenuti nella psicopatia creativa! Scherzo! Così come le parole usate in determinati modi, posizioni, suoni, possono creare determinati effetti di espressione, mirata e trasmettere determinate sensazioni..
Così può fare la punteggiatura, strumento sottovalutato con ottime potenzialità di modellazione del contenuto
È come avere argilla
E tutti gli strumenti per modellarla
E il prodotto finale è un vaso meraviglioso
Poesia è argilla
E la punteggiatura è uno degli strumenti per darle forma
L’andare a capo
La mancanza di punti
O, le virgole
Determinano effetti mentali
Velocità di lettura
Costante legame tra i paragrafi e quindi costante attenzione del lettore
C’è una grande differenza..
Sai
Tra due punti e tre punti…
Due punti è un attimo in meno.
Nulla è veramente calcolato o mirato..
È punteggiatura d’istinto
Uno strumento potente
Occorrerebbe un dizionario apposta per ogni forma di espressione e cosa si desidera trasmettere
Una classifica delineata di punteggiatura che modifica velocità, distacco, vuoto mentale, sospensione di pensiero ecc…
Secondo me, una scienza ancora da definire, solo per chi osa andare oltre il tradizionale, oltre la paura di non seguire il definito e il giusto; un’aggiunta sottile in più per arrivare al centro di chi ci legge
Dicevamo?
Ah sì
.
Psicopatia creativa,
benvenuti!”
In che modo nascono le sue poesie e, soprattutto, quali sono le sue principali fonti di ispirazione?
“La mia poesia è nata per la necessità di esprimere forti sensazioni che richiedevano di essere espresse e non represse internamente. Ritengo che inizialmente i due motori principali della mia poesia siano un amore estremamente forte e la conseguente perdita. Difatti, la mia prima poesia è nata dai ricordi più felici che custodisco:
“Ti addormentasti sulla mia spalla
Immersa, nella più pura innocenza
Quiete nella stanza, solo
Battiti.
Respiri soave, al riparo dal mondo
Dolce il tuo viso, amaro il nostro destino.
Capelli sparpagliati sul mio volto, come onde del mare
e qualcuno nella mia bocca, ma non importa, non importa
Labbra soffici ed invitanti mi distraggono dal mio vegliare su di te
…”
Mi accorsi che esprimermi poeticamente funzionava ed era un mondo nuovo per me. La usai soprattutto per dare sfogo a dolore e malessere interiori molto forti. Scrivere sulle cose mi aiutava superarle.
“Tesoro
Ti parlerò di buio e di cocci
Di frammenti e di ricordi.
Ti racconterò della vita che irrompe
Ti racconterò l’angoscia che ne consegue
La liberazione in ogni respiro”
Continuai a scrivere in quanto toccavo il cuore altrui, rendendo la mia poesia una missione per arrivare alle persone, e ridestare sensibilità e bellezza. Così iniziai ad esplorare numerosi argomenti ed esprimerli a mio modo. Le fonti d’ispirazione oggi, rimangono assolutamente l’amore, l’immaginazione ed il vivere quotidiano umano in tutte le loro sfumature.”
È un autore molto giovane eppure è già alla sua terza pubblicazione di cui una personale. Crede la poesia l’accompagnerà per tutta la vita? Ha un particolare sogno nel cassetto legato alla scrittura poetica?
“La ringrazio molto per l’osservazione. Sicuramente la poesia continuerà in quanto spuntano costantemente idee ed ispirazioni. Non ho un particolare sogno nel cassetto riguardo la poesia, tuttavia vorrei continuare a sperimentare la scrittura in generale nei suoi modi di espressione. Sicuramente questo modo di essere legato alla scrittura e ai libri mi accompagnerà per tutta la vita, ma non so definire se sboccerà effettivamente come occupazione oltre alla passione. La vita societaria con le sue frenesie è un po’ complicata e capricciosa e la strada dello scrittore ufficiale con libri fantasy/romanzi/poesie/articoli richiede risorse e molto tempo. Ma chissà.. chissà!
Grazie a tutti di leggermi!”