Margutta 6 Pittori Special Edition – Rosa Del Forno

Perché ha scelto di esporre proprio queste cinque opere? C’è un particolare legame sentimentale oppure le ritiene particolarmente rappresentative della sua produzione artistica?

“Ho deciso di esporre queste cinque opere perché sono il riassunto dei miei studi e ricerche sullo spettro della luce visibile, quindi del colore e della connessione vibrazionale con le altre arti come la musica.

“Il Cavallo Blu”, che rappresenta il movimento espressionista tedesco che univa la musica alla letteratura ed alla pittura, è legato ad un particolare periodo storico che ho vissuto negli anni ’90 in cui per la prima volta ho conosciuto la cultura in senso ampio sia letterario che musicale. Ho avuto modo di leggere il libro di Kandinsky intitolato “Lo spirituale nell’arte” e mi si è aperto un mondo. Sono stati anni molto intensi, ricchi di stimoli ed informazioni. Il movimento espressionista ha dato vita alla bellezza della nascita di uno stile libero proprio durante un periodo in cui si preannunciavano catastrofi e guerre. Franz Marc era tra i miei preferiti, con i suoi cavalli blu.

Le opere presentate che ho prodotto sono frutto di forti emozioni guidate dall’istinto, non ho rispettato i canoni classici accademici, perché non era questo il mio intento.

“L’Angelo” è stato creato in una giornata di forte vento ed è fatta di nuvole e di aria.

“La Maternità” è nata mentre ascoltavo alcune notizie della guerra in Ucraina, si tratta di un’espressione del desiderio di proteggere tutti i figli dell’uomo e della terra.”

Due delle sue opere, “Il pianoforte” ed “Il violinista” sono realizzate con colori fluorescenti visibili con lampada di Wood. Come si è avvicinata a questa tecnica e perché ha scelto di utilizzarla proprio per queste due opere legate alla sfera musicale?

“Per i colori fluorescenti ho voluto sperimentare. Mi piaceva l’idea di avere quadri che non scomparissero nel buio. Durante uno spettacolo di musica di solito si spengono le luci ma sul palco rimangono i colori ed i suoni.

“Il Pianoforte” è stato il primo strumento ad emozionarmi, lo scorso anno ho preso qualche lezione ed ho capito che lo studio del pianoforte e della musica in genere solleva dalla polvere qualsiasi essere umano. La musica è un linguaggio, come la pittura e mi è piaciuto trasmettere questa percezione.

Ne “Il Violinista”, ascoltando la musica di David Garrett che seguo dal 2018 circa, ho avuto necessità di esprimere qualcosa in maniera istintiva. David Garrett ci ha onorati chiedendo la collaborazione di Bocelli per un concerto che si sta tenendo in questi giorni in Italia. La combinazione vuole che Bocelli canterà “L’Ave Maria”. Durante questi due anni David Garrett si è collegato con noi followers via chat. Teneva piccoli spettacoli in solitudine nella sua stanza con il violino per aiutarci a superare insieme a lui quei momenti difficili. Da questo si è creato un legame affettivo notevole.

Ad ogni modo queste opere sono frutto di anni di ricerche e di studio sulle vibrazioni e lo spettro del visibile. Sono solo all’inizio di un’evoluzione artistica che spero di riuscire a portare avanti cercando di integrare tutte le mie conoscenze.”

Quando ha scoperto l’importanza che la pittura aveva, ed ha tuttora, nella sua vita?

“A dire il vero tutto si è svolto durante questi due anni di Covid. La pittura e la musica mi hanno aiutata a superare le brutture, ho rispolverato chi ero 22 anni fa chi frequentavo e cosa facevo ed ho deciso di esporre le mie opere perché oggi credo sia necessario portare il nostro contributo al mondo.”

Riuscirebbe a descrivere la sua arte con una sola parola? Quale sarebbe?

“Una sola parola? Luce”

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