Saffo è la poetessa più nota e famosa della letteratura greca antica. Molto spesso il suo nome è stato associato ad aggettivi come “saffico” ad intendere e descrivere il rapporto omosessuale tra donne ma non c’è niente di più sbagliato che utilizzare categorie moderne per interpretare tempi antichi.
Saffo era infatti la “maestra” di un tiaso, ossia un luogo legato al culto della dea Afrodite dove venivano mandate le ragazze facoltose per essere “educate” al matrimonio imparando così tutte le attività necessarie. È vero che erano praticati rapporti di omoerotismo tra Saffo e le sue allieve ma tutto ciò rientra nella pederastìa: era infatti un rapporto propedeutico a quello eterosessuale del matrimonio.
Tralasciando il suo ruolo educativo, Saffo ha scritto alcune tra le liriche più belle, e misteriose, della letteratura greca. Tutti i suoi versi sono accomunati da un unico filo conduttore: l’amore. Purtroppo quasi tutti i suoi componimenti sono arrivati a noi frammentati… ecco alcuni versi, tra i più belli: “Chi un esercito di cavalieri, chi di fanti, e chi di navi, sulla terra nera dice essere la cosa più bella, io, invece, ciò che uno ama […]”.
Le sue liriche hanno ispirato tutte le generazioni di poeti e la sua figura, avvolta ancora dal mistero, è una delle più studiate della letteratura antica.