“Libero dal pregiudizio” è la definizione del suo essere. Perché? Quali sono i principali pregiudizi dai quali sente di essere libero?
“Definito tale nella motivazione del premio Kafka 2017 per il saggio “Il Mio Pensiero libero”, ne vado orgoglioso. Ho imparato che la vita è fatta di momenti singoli, istanti unici irripetibili, equilibri instabili derivanti da azioni congiunte e sovrapposte di pochi elementi fondamentali. Ho imparato che per ogni soggetto naturale le stesse regole e comportamenti, non valgono e danno risposte e risultati disuguali in differenti contesti. Ho imparato ad osservare e valutare questo sì, anche a decidere se necessario e anche a sbagliare. Col tempo e l’esperienza ho imparato ad osservare prendendo atto, liberandomi dalla necessità e volontà di esprimere giudizi non necessari, soprattutto a partire da premesse non provate e in contesti non definiti. Faccio quello che posso ovviamente. Osserva, non intervenire, non giudicare finché non sei costretto a farlo e anche allora, se proprio devi, fallo cercando l’obiettività. Mi è stato insegnato e questo ho imparato applicando per una vita il metodo scientifico.”
Nel testo “Guardarsi dentro” alcuni versi recitano: “Rimorso e rimpianti, scuse mai fatte, parole mai dette.” Nella sua vita crede di aver collezionato più rimorsi o rimpianti?
“Rimpianti alcuni, frutto di scelte fatte credendo di essere nel giusto, che fossero le migliori e che poi non si sono rivelate tali, ma non rimorsi, per lo stesso motivo. In ogni caso le scelte sbagliate o non soddisfacenti si rivelano nel tempo, costringono nuovamente a scegliere e cambiare e non si può tornare indietro, anche se a volte ogni tanto, capita a tutti credo, si vorrebbe poterlo fare. Comunque, lasciano il segno.”
Ci sono poeti che hanno influenzato la sua poetica? Quali sono i suoi riferimenti?
“Ho amato Metastasio, Ungaretti, Neruda. Ho imparato ad apprezzare Foscolo, poi chissà? Ho letto tanto.”
Come si è avvicinato alla poesia? Ricorda il suo primo componimento?
“Come credo si avvicinino tutti, al momento dei primi amori, quando struggimento e passione infuocano gli animi e scombussolano i sensi, poi la scuola e soprattutto l’analisi critica dei grandi poeti e delle loro opere, delle motivazioni; non conta quello che provano quando scrivono ma quello che noi proviamo leggendoli. In seguito, invecchiando, l’abitudine ad osservare ed a ricordare, cercando e rincorrendo emozioni che solo equilibri istantanei e dinamici sanno provocare. Da qui anche l’assenza di pregiudizio.”