Nella sua nota biografica spiega che molti dei suoi quadri non hanno titolo perché vorrebbe che ognuno ci leggesse la propria storia. Qual è la sua storia, invece, dietro il quadro “Il cerchio della vita”?
“Nell’opera Il cerchio della vita ho cercato di rappresentare gli infiniti intrecci e legami, spesso inaspettati, che ci riserva la vita. Io sono nata a Bologna, amo moltissimo la mia città natale, eppure mi sono ritrovata, a soli 19 anni, in una metropoli come Roma che mi ha spiazzata, a volte strapazzata, ma anche affascinata nella sua poliedricità di incontri. Qui ho stretto legami profondissimi, ho creato molte reti e infine ho costruito la mia famiglia, pur mantenendo gli affetti che ho lasciato solo geograficamente.”
Ha sempre amato dipingere ed è un’autodidatta. Qual è stato il suo percorso di apprendimento e formazione?
“Dipingere mi è sempre piaciuto moltissimo, ho frequentato un liceo molto impegnativo, in cui ogni materia era importante e sicuramente il professore di Arte mi ha sempre coinvolta. Ho sempre dipinto un po’ per gioco, un po’ come sfogo, provando da sola a capire quale fosse la mia inclinazione. Avrei tanto voluto essere una paesaggista ma non è nelle mie corde, quindi mi accontento di sognare ammirando i lavori dei miei pittori preferiti, tra cui il contemporaneo Gene Pompa. Quindi nessuna scuola specifica, solo tanta passione e curiosità unite alla voglia di comunicare. Quando posso seguo qualche tutorial online oppure ascolto le interviste dei veri maestri dell’arte come il compianto Giorgio Michetti, da cui si può solo imparare.”
Quali sono le sue più grandi fonti di ispirazione? Si lascia affascinare dagli elementi naturali oppure sono le persone intorno a lei ad ispirarla?
“La mia principale fonte di ispirazione è la mia famiglia, ma anche la natura. Il cardine dei miei lavori è la figura femminile nei suoi mille tormenti e sfaccettature. Moltissime opere sono dedicate a mia figlia Ilaria, una bambina autistica meravigliosa che ogni giorno, nella scalata sul monte della vita mi stupisce e inorgoglisce.”
Cosa vuole che veda l’osservatore nel suo dipinto “Il cerchio della vita”? Quali emozioni vuole trasmettere?
“Il cerchio della vita mi piacerebbe potesse trasmettere l’incredibile volubilità dell’esistenza, nulla è immutabile, tutto è in divenire e questa mutevolezza, che spesso ci spaventa, è invece la più grande ricchezza, soprattutto nell’incontro con l’altro.”