Interviste d’Autore – Tania Frisani

Le opere presentate sia nella collana “Bazart” che quelle esposte presso la Galleria hanno come soggetto la cantante LP. Come è nata questa sua passione per LP tanto da renderla il soggetto principale di molti dei suoi dipinti?

“Mi sono innamorata di LP due volte. La prima volta quando ho sentito la sua voce, l’altra quando ho avuto il privilegio di conoscerla. Oltre ad avere un grande talento artistico è una persona di grande e profonda umiltà che si dona nella sua interezza sul palco così come nella vita e per le persone. Inoltre racconta l’amore sotto un aspetto universale incarnando tutti quei valori in cui credo ed in cui ho sempre creduto. LP è un’icona di libertà assoluta, il valore più importante che si possa preservare, soprattutto quando si è imbevuti di storiche convenzioni sociali che pian piano si consumano, si adattano e ci fanno assuefare a quello che “gli altri” hanno stabilito per noi. LP è un elemento di rottura nel suo modo di essere e nel suo modo di raccontarsi. Sa essere magnetica ed ipnotica .Tutto ciò ha reso quest’artista la mia musa ispiratrice fin da subito ed ho cercato, anzi, sto cercando di raccontare una storia attraverso tutte le sue sfaccettature, una storia che si racconta attraverso l’animo umano, e quale miglior modo per farlo se non attraverso il volto?”

Il suo approccio al mondo dell’arte è avvenuto per “puro caso”. Può raccontarci come e quando si è avvicinata all’arte?

“Il mio approccio all’arte è arrivato in modo casuale ed inaspettato quando ho capito che potevo farne parte anch’io. Ci sono entrata in punta di piedi, forse credendo anche poco nelle mie possibilità, soprattutto perché non ho seguito un percorso accademico e sono perlopiù autodidatta. Ho seguito un corso di disegno e pittura ad olio ed ho appreso le tecniche necessarie, la conoscenza dei materiali, le strutture e tutto quello che considero essere alla base delle conoscenze di un artista. Ho cominciato a dipingere e disegnare volti, riprodurre opere già note e crearne delle nuove. Credo che se un’opera d’arte può raccontare e suscitare un’emozione si meriti un posto nel mondo dell’arte.”

Le sue opere sono realizzate sia ad olio che con grafite e carboncino su carta. La maggior parte proprio con la grafite: preferisce questa tecnica per la possibilità che ha di rendere le espressioni del soggetto rappresentato ancora più definite?

“L’olio è il modo più nobile per creare un’opera d’arte e ritengo essere una parte fondamentale nel mio modo di lavorare, ma sono molto affascinata dal mondo della grafite, del carboncino, della fusaggine. Mi piace la versatilità ed i risultati che si possono ottenere senza dover ricorrere al colore. Inoltre lascio all’osservatore immaginare il colore, oppure semplicemente lascio che il disegno possa sembrare ricoperto dalla patina del tempo come una vecchia fotografia. Cerco di mettere massima cura nei dettagli per rendere sempre più realistici i miei ritratti, per arrivare a poter sfiorare la tecnica dell’iperrealismo. Ma sono consapevole di dover studiare e lavorare ancora tanto. Vorrei prendere in prestito una frase di Giovanni Boldini : “Se un disegno è ben fatto, non ha bisogno di colore.” È questo il mio obiettivo, riuscire a realizzare un disegno “ben fatto” che faccia emozionarmi ed emozionare.”

I volti sono i soggetti che preferisce ritrarre: resta subito soddisfatta del suo lavoro oppure le sembra sempre che manchi qualcosa prima di ritenere “completa” l’espressione che vuole rappresentare?

“Ritraggo volti perché come ho già spiegato sono un viaggio verso l’interiorità del soggetto, per poi trasportarla fuori. Una sorta di upside down che fa venir fuori attraverso un’espressione, uno sguardo, quello che il soggetto ritratto possiede. Il mio è un percorso in divenire e sono sempre molto critica in tutto quello che faccio, non sono quasi mai sicura che un lavoro si può considerare “finito”, penso a quanto potrei renderlo migliore, sistemarlo, farlo sembrare vero, renderlo autentico. C’è una cosa però che mi accompagna tutte le volte che ritraggo LP: è l’amore. Sento come se un filo sottile ed invisibile mi legasse a quest’artista, sento di volerlo trasmettere agli altri, ed ora grazie a Dantebus ho avuto anche il coraggio di portarlo fuori dalle mie mura domestiche. Non sono sicura di potermi considerare davvero un’artista ma sono sicura di sentire quell’elettricità e quella felicità che provo ogni volta che guardo i miei ritratti. Concludo con una frase di una canzone di LP: dream on or the dream dies, that’s the move! da “When I’m Over You” dell’album Heart To Mouth.”

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