Torquato Tasso è stato, insieme a Ludovico Ariosto, uno dei massimi letterati del ‘500.
Si direbbe un figlio d’arte, il padre infatti oltre a prestare servizio a potenti signori, pubblicò nel 1560 un’opera in ottave intitolata “Amadigi di Gaula”. Pensate che Torquato venne soprannominato “il tassino” per distinguere le sue pubblicazioni da quelle del padre.
Un intellettuale sicuramente non entusiasta del suo ruolo: più volte sottopose la “Gerusalemme liberata” e le altre sue opere a revisioni e giudizi da parte anche dell’Inquisizione con lo scopo di trovare qualsivoglia cavillo che ne impedisse la pubblicazione. Mentre era ricoverato all’Ospedale di Sant’Anna (dove era segregato perché pazzo) cercò di impedire le ristampe di un’opera che invece piaceva molto al pubblico.
Dicevamo che fu ricoverato per pazzia… Sembra che lanciò un coltello contro un servitore di casa d’Este perchè credeva di essere spiato da lui; un giorno si presentò a sua sorella vestito da mendicante e annunciando la propria morte solo per vedere la reazione che avrebbe avuto!
Nonostante la sua presunta follia, Torquato Tasso ha lasciato in eredità un poema ricco di influssi classici, trecenteschi e rinascimentali…