Italo Calvino è stato uno dei personaggi più importanti del secondo Novecento italiano.
Nonostante la nazionalità italiana dei genitori, Italo è nato a Cuba ma dopo due anni la famiglia Calvino tornò in Italia: per questo Calvino conserva pochi ricordi del periodo passato a Cuba. Oltretutto aveva un’idea ben precisa riguardo alle biografie degli scrittori, in una intervista disse: “Dati biografici: io sono ancora di quelli che credono, con Croce, che di un autore contano solo le opere. (Quando contano, naturalmente.) Perciò dati biografici non ne do, o li do falsi, o comunque cerco sempre di cambiarli da una volta all’altra. Mi chieda pure quello che vuol sapere e Glielo dirò. Ma non Le dirò mai la verità, di questo può star sicura.”
La sua produzione attraversò varie fasi: la neorealista che racconta la sua esperienza nella Resistenza; la fase “fantastica” con “Il visconte dimezzato”, “Il barone rampante” e “Il cavaliere inesistente” per arrivare poi alla fase sperimentale con il romanzo più caratteristico “Se una notte d’inverno un viaggiatore”.
Non fu solo romanziere ma anche saggista. In “Lezioni americane” Calvino elenca le caratteristiche che avrebbero dovuto avere i romanzi del nuovo secolo: quest’opera venne lasciata incompiuta a causa della sua prematura morte.
Nel suo saggio “Perché leggere i classici”, Calvino stila una lista di ben 14 motivi. Uno dei più belli e profondi è: “Il «tuo» classico è quello che non può esserti indifferente e che ti serve per definire te stesso in rapporto e magari in contrasto con lui.”
E qual è il vostro classico?