L’Ermetismo non fu una vera e propria corrente poetica ma un atteggiamento assunto da una serie di autori.
Questo termine fu adottato per la prima volta da Francesco Flora nel 1936, nel 1938 invece Carlo Bo pubblicò un saggio in cui delineava i fondamenti della poesia ermetica.
Contrariamente a ciò che si pensa, la scrittura ermetica è molto complessa e costruita, volutamente complessa e ricca di analogie.
Il tema centrale di questa poetica è il senso di disperata solitudine provato dall’uomo moderno che ha perso ogni fede nei valori di un tempo: per questa ragione la loro è una poesia di stati d’animo e per questi poeti, non esiste altra realtà al di fuori dei loro sentimenti.
I principali esponenti di questa poetica sono Umberto Saba, Camillo Sbarbaro, Giuseppe Ungaretti ed Eugenio Montale.
Il “M’illumino d’immenso” di Giuseppe Ungaretti è la sintesi perfetta dell’Ermetismo italiano.