Intervista al Dr. Francesco Loliva “cardiologo con la passione per la fotografia” come lui stesso si definisce. Una passione iniziata durante gli studi universitari che lo accompagna tutt’ora. La Puglia come soggetto ed ispirazione, molte riflessioni sulla fotografia e le aspettative sulla prossima mostra personale presso Dantebus – Margutta.
Dr. Loliva, quando e come è nata la sua passione per la fotografia?
“La mia passione per la fotografia è nata ormai quarantacinque anni fa. Durante i primi anni di università ho iniziato a fare degli scatti con una Biottica Russa, una Lubitel 2, poi come regalo di laurea ho ricevuto una Olympus Om-10. Ho sempre prodotto scatti anche nei viaggi che ho fatto, in Kenya, in Medio Oriente. Li ho sempre tenuti con me e per me: qualche anno fa su consiglio di un amico ho iniziato a postarli sul web. Erano i primi mesi del 2017 e dopo averli messi su un blog di fotografia fui invitato a partecipare ad un concorso a Roma presso il Caffè Letterario. Mi sono cimentato in questa esperienza, il concorso prevedeva una votazione online e lo vinsi (il premio Art del Caffè Letterario). L’appetito vien mangiando e una volta entrato nell’ambiente sono stato contattato da una galleria di Bergamo e così ho fatto la mia prima personale. Il mio nome e le mie foto hanno iniziato a girare e ho iniziato ad esporre frequentemente.”
La fotografia, come ogni forma d’arte, necessita di studio e tecnica oltre che di un talento innato. Ha seguito qualche corso o è un autodidatta?
“Assolutamente sì, ho imparato tutto da solo. Chiaramente il web viene a favore di questo spirito di autodidatta perché ci sono molti tutorial. Ho letto e carpito immagini da vari libri ma io vivo in Puglia ed è una terra che offre una variabilità di paesaggio enorme. Ho chiamato la mia personale a Bergamo “Puglia – dalla città ai paesaggi”. Io e mia moglie ogni week end partivamo e abbiamo fatto tutti i 480 km della lunghezza della Puglia: ho presentato opere che andavano da Peschici sul Gargano fino a Santa Maria di Leuca.”
Nel suo libro “Fotografia ed emozioni”, pubblicato con Dantebus Edizioni, osserviamo principalmente scatti di paesaggi marini e bucolici: la calma di questi luoghi accende e ispira la sua passione per la fotografia?
“Io ho un attico in un paesino di mare, per cui da settembre a maggio io e mia moglie passiamo lì ogni week end. I paesaggi marini, le albe, sono tutti provenienti da lì in tempi e modi diversi. C’è l’alba di vari mesi dell’anno, tant’è che il mio primo libro fotografico è stato “Un inverno a Savelletri”, una raccolta di immagini scattate in questo borgo di pescatori in pieno inverno.”
Cos’è, per lei, uno scatto perfetto? Pensa di essercisi mai avvicinato?
“Sì, penso di averne fatto uno o almeno quello che io considero il mio scatto perfetto: “Il pescatore di sogni”. Una lunga esposizione di 13 secondi su un uomo che pescava per cui sono venuti fuori dei colori bellissimi con il mare che sembra di color glicine. Lo scatto perfetto tendenzialmente non esiste. Se lo si intende come una fotografia ben fatta da un punto di vista tecnico è un conto ma personalmente non mi interessa. Mi interessa una fotografia che dia emozione e riesca a trasferirla anche agli altri.”
Il pescatore di sogni
Ogni artista, come la maggior parte degli esseri umani, è alla ricerca di qualcosa. Lei cosa cerca con i suoi scatti?
“Cerco quello che mi potrà dare sempre quando rivedrò la foto: un’emozione che mi ricorderà la stessa sensazione che ho provato nello scattarla. Del resto la fotografia è fatta di cervello, cuore e occhio: i tre punti cardine che fanno una bella fotografia. Puoi avere un’ottima macchina fotografica ma se ti manca uno di questi tre requisiti la foto non ti dà niente.”
Lascerebbe la sua vita attuale, con la sua professione di medico, per una vita fatta di viaggio e scatti?
“Fortunatamente non sono nella condizione di scegliere perchè facendo il cardiologo da più di trent’anni mi trovo nella possibilità di andare in pensione fra un anno. Potrò dedicarmi di più alla fotografia!”
A partire dal 28 dicembre esporrà le sue opere alla galleria Dantebus Margutta. Cosa si aspetta da questa mostra?
“Mi ha fatto piacere l’invito in questa galleria che ha una location molto importante a Roma in via Margutta, la via dell’arte. Ritengo che questa mostra possa essere vista da amanti dell’arte e per me potrebbe essere un mettersi in gioco con quaranta opere. Sarò presente con quattro opere anche alla mostra fotografica “I Mille di Sgarbi” ma oltre a me ci saranno molti altri artisti: una mostra come quella a Dantebus Margutta è invece una esposizione personale e sono curioso di avere dei giudizi, sia negativi che positivi.”