ROBERTO GRIECO

OGNI ESSERE UMANO POTREBBE CAMBIARE IL MONDO SE SOLO SI DIMENTICASSE PER UN ATTIMO CHI È E SI RICORDASSE CHI VORREBBE ESSERE

«Lasciati trasportare/dai sogni./Bianchi come la neve./Puri come il tuo cuore» (Roberto Grieco). Questi magnifici versi dell’autore Roberto Grieco rappresentano il programma della sua poesia, l’essenza della sua arte. In un mondo, dove gli occhi sono costretti a vedere ingiustizie e brutture: «È una visione incestuosa quella che vedo./Uomini che si fottono a vicenda per avere il potere/di sedurre sé stessi/e di deludere ogni possibile rinascita/dei sentimenti in marcia verso l’arcobaleno» (“Uomini”), il poeta è colui che è capace di vedere “oltre”, che sa scorgere e cogliere la bellezza e, soprattutto, che crede ancora nella magia dei sogni e dell’amore. Roberto ha il coraggio e la forza di “cambiare” il suo modo di vedere e grida al mondo di fare altrettanto: «Cambierò i miei occhi, seguirò il tuo sguardo e/camminerò senza più fermarmi» (“Cambierò i miei occhi”). L’uomo che vede il “bello”, non solo comincia ad apprezzare quanto di buono c’è nella sua vita e nell’universo, ma diviene anche capace di dire “grazie” per ogni dono ricevuto, per ogni sentimento provato, per ogni meraviglia contemplata: «C’è una speranza che aspetta…/in questo pezzo di terra seminata e poi raccolta./C’è una parola che ci accomuna./Grazie per avermelo ricordato,/tu che stazioni da sempre nelle mie emozioni/e sostieni di essere un amico, una donna,/un bambino che cade, sbattendo le braccia/per un volo da ricominciare./Grazie per l’acqua che mi disseta,/per gli anni trascorsi,/per la giostra che ha ripreso a funzionare/e gira, gira, mentre scalpitano i cavalli/e strisciano dentro il mio cervello serpenti dalle fauci assassine./Grazie per le tue mani che mi accarezzano/e accudiscono quel destino» (“Grazie”). Scrivere, allora, significa farlo col cuore. La sorgente della poesia sgorga naturalmente e direttamente dall’anima. Roberto segue la convinzione che tante gocce possano formare un oceano… «Lo sai bene: non ti riesce qualcosa, sei stanco e non ce la fai più. E d’un tratto incontri nella folla lo sguardo di qualcuno – uno sguardo umano – ed è come se ti fossi accostato a un divino nascosto. E tutto diventa improvvisamente più semplice» (Andrej Tarkovskij). Il poeta è colui che trasforma l’emozione in vita ed il vivere in emozione: «Cosa mi spinge al di là/di questo tiepido sole?/L’emozione del vivere» (“Cos’altro dire?”). Roberto canta all’universo che ogni essere umano potrebbe cambiare il mondo se solo si dimenticasse per un attimo chi è e si ricordasse chi vorrebbe essere: «Dimenticare chi sono/se solo potessi ricordare/chi vorrei essere» (“Cos’altro dire”). La parola del cuore, fatta poesia, si incontra col lettore e lo guida pian piano verso la bellezza, cambiando il modo di vedere e insegnandogli a credere ancora a i sogni: «Il colore degli occhi di chi sta sognando,/cambia il senso della vita che si sta vivendo» (“Non muoiono le parole”).

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