CARPE PULCHRITUDINEM… COGLI LA BELLEZZA
«La bellezza salverà il mondo» (Fëdor Dostoevskij). Gianluca Rosselli è dotato di un dono speciale: il saper cogliere la bellezza. È questo il fondamento della sua opera, la facoltà che lo rende un artista. Il concetto tradizionale del CARPE DIEM, qui va oltre e diviene CARPE PULCHRITUDINEM: cogli la Bellezza. La fotografia assume, allora, il valore di “arte” sublime, in grado di fermare il tempo, suggellare l’attimo nell’eternità, elevare lo sguardo dal reale e contemporaneo all’universale e infinito. Una caratteristica importante dell’arte di Gianluca è di attingere dal quotidiano, di scovare il bello nella semplicità, nella quotidianità. Una mamma che tende la mano al figlio (“Cuore di mamma”), una coppia matura di innamorati (“Innamorati come il primo giorno”), bambini e adulti immersi nella magia del Natale (“Natale in Sicilia”) o semplicemente un musicista di strada col suo cane (“Musicista”), sono intensi soggetti “ordinari” resi “straordinari” da Gianluca. L’occhio del fotografo ha la stessa “visione poetica” dello scrittore, del pittore, del musicista… «Cerco verità e bellezza nella trasparenza d’una foglia d’autunno, nella forma perfetta di una conchiglia sulla spiaggia, nella curva d’una schiena femminile, nella consistenza d’un vecchio tronco d’albero e anche in altre sfuggenti forme della realtà» (Isabel Allende). Un passero, sulle sponde del Tevere, fa da cornice alla Città Eterna (“Passero romano”) ed invita, genialmente giocando anche con le parole del titolo “passero – passerò”, l’osservatore a riflettere… perché tutto può volare via, anche le grandi Civiltà come quella Latina, ogni cosa scorre come il fiume. Nel PANTA REI del “divenire” gioca, quindi, un ruolo determinante l’artista. Egli è colui che può chiudere l’Immenso in una scatola ed offrirlo come dono perpetuo a chi osserva. Il lettore è lasciato libero di contemplare, di interpretare, di emozionarsi. Lo stile di alternare bianco-nero al colore è simbolo e sintomo di una profonda intensità: i confini del colore non esistono più. Sono valicati, allora, anche i limiti del tempo, come quelli dello spazio e della immaginazione. Ecco che il bambino nel negozio dei pinocchi diventa un tutt’uno con la favola (“Trova l’intruso”); ecco che la vecchia bicicletta adagiata, sembra iniziare a muoversi verso un viaggio fantastico (“Old bicycle”). Gianluca, insomma, dispensa sogni! Per riuscire in questa impresa l’artista attinge ad un’altra sua fondamentale facoltà: la sensibilità. Il “vedere” con gli occhi del cuore accende la scintilla nelle sue opere e la luce dell’amore si fonde con quella della bellezza… illuminando e rischiarando tutto: «La bellezza è nella luce del cuore» (Khalil Gibran).