MUSCALU CALIN

L’ARTE DEL CORPO… IL CORPO DELL’ARTE

«I volti ingannano raramente. Si ha l’anima del proprio volto e il volto della propria anima» (Paul Brulat).
L’ars dell’autore Calin Muscalu si fonda su di un elemento basilare: la rappresentazione del corpo umano, con una particolare predilezione per i volto. Calin Muscalu è un artista poliedrico capace di utilizzare indistintamente le più svariate tecniche, partendo dai classici acrilico e tempera sino ad arrivare alla complessa pirografia. Le sue opere da una parte sono certamente innovative, dall’altra richiamano una importante tradizione artistica italiana: quella dei disegni e dei bozzetti di Leonardo da Vinci. Al di là della tecnica, che certamente unisce i due autori, ciò che accomuna Calin a Leonardo è l’intenso studio del corpo umano, realizzando opere che tengono conto di ogni singolo muscolo o tendine dell’essere. L’attenzione per le proporzioni, l’anatomia e la fisiologia è minuziosa, impeccabile. Il disegno per Leonardo era il luogo in cui arte e scienza si incontravano per capire, per conoscere il mondo. Caratteristica tipica di questo stile (in Leonardo e Calin) è l’incredibile capacità di rendere il senso del movimento, di cogliere sempre un momento di vita. Tale concezione in Calin è ancora più tanto profonda e intensa da toccare le corde dell’anima, poiché i personaggi rappresentati oltre che reali e “vivi”, sono anche “elevati” spiritualmente. Ecco che allora vediamo opere raffiguranti Cristo (“Gesù”, “Il Cristo Velato”, “La Pietà”) , la Madonna (“Madonna con Bambino”, “La Pietà”), Karol Wojtyla (“Papa Wojtyla”), Madre Teresa (“Madre Teresa), Papa Francesco (“Papa Francesco”) perfettamente realizzati in maniera quasi scientifica e trasfigurati artisticamente in una dimensione fuori dal tempo e dallo spazio grazie alla maestria di Calin. Il tratteggio dei colori sfumati o seppia, con uno spessore del segno che varia passando dalle zone di luce a quelle di ombra, marca ancora di più l’elemento extratemporale, rapendo l’osservatore. Il posto speciale riservato al volto si coglie anche quando sono raffigurati persone comuni come una anziana (“L’attesa”, “Please don’t go”) o un anziano (“One day baby we’ll be old”); qui le rughe sono un vanto e un prezioso ornamento artistico e vitale. L’osservatore/lettore che si avvicinerà a quest’arte si troverà di fronte ad opere rigorosamente pensate e studiate, che custodiscono la scintilla, il fuoco sacro (non a caso Calin è anche pirografo) dell’essere umano. La contemplazione dei personaggi porterà alla stessa conclusione di un grande come Sepulveda: «Il volto umano non mente mai: è l’unica cartina che segna tutti i territori in cui abbiamo vissuto» (“Luis Sepulveda”).

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