LAURA GALLINA

LA TERZA DIMENSIONE DELLA POESIA

La sorprendente autrice Laura Gallina riesce nell’impresa di donare alla sua ars poetica la TRIDIMENSIONALITÀ. Questa concezione si palesa già nella sua poesia programmatica: «È il numero/Perfetto/Di ogni coppia/Fratello/A volte, uno in più/È un fardello/Ma,/Se quel Tre rimane solo/Ditemi voi, non trova/Il Suo compagno?/Che, poi, Due saranno/E Tu sempre/Uno rimani, terzo/Terso lo sguardo/Tese le mani/Verso un Cielo, beffardo e/Menzoniero» (“TRE”). L’idea del numero tre è fondamentale, è alla base di tutto. Una rivelazione, una folgorazione, che muta il moto di essere o semplicemente dona una prospettiva nuova: il mondo le appariva piatto e monotono e allora Laura con coraggio, nella biografia ci racconta del suo abbandonare la strada certa e monotona (bidimensionale e piatta) di un lavoro di routine per scegliere la poesia e l’amore. È diventare definitivamente poetessa, consacrare la propria esistenza a chi voleva veramente essere ed anche a chi fosse chiamata a divenire. Dal punto di vista artistico questa scelta di abbandonare il piattume per la tridimensionalità genera incredibili produzioni poetiche, che regalano al lettore l’idea di qualcosa di vivo, in evoluzione, in movimento, ma soprattutto di vero e reale. La capacità tecnica permette alla poetessa di giocare con i versi, in una evoluzione inaspettata che solo lo sguardo nella profondità (della terza dimensione) dell’essenza stessa della parola può produrre. Emblatico esempio di ciò: «Ho in viso/Ciò che ho/Inviso» (“PER INCISO”). Il piano della realtà (viso) si intreccia con quello dell’animo (ciò che ho inviso) e si suggella nel titolo “PER INCISO”, dove il gioco di parole apre multilivelli di significato: scolpisce (incide) l’inchiostro come nella roccia e contemporaneamente nella carne (incide come un bisturi appunto), registra come una musica o canzone la poesia (incide) ed infine “per inciso” delicatamente ed ermeticamente tra parentesi svela la realtà. Questa lettura “multistrato” può essere applicata ad ogni suo verso, con la magnifica consapevolezza di aver di fronte una poetessa che è in grado di tramutare il quadrato in un cubo! La meraviglia si ripete in “SIGARETTE”, estendendo il multilivello di significati anche all’ambito sensistico (profumo) e sentimentale/umorale (rabbia, impazienza): «In fila, erette/Piantate/Nella sabbia, come cumuli/Di rabbia./Ora dopo ora/Una ne accendi, ancora/E, un fil di fumo/Sale/Insieme al tuo profumo/Nella stanza/Danza! Principessa/Non te ne sei accorta/Che, a Qualcuno ancora/Importa?/Di Te,/E dei tuoi/Pensieri/Fino a ieri/Già sapevi come fosse/Il sentir/Dentro/Una tosse/Da dover/Per forza danzare/E non più smettere/Di gridare e far rumore?» (“Sigarette”). Una climax costruita dai versi e dall’immagine delle sigarette “piantate nella sabbia” una ad una a creare costruzioni di impazienza e rabbia, con l’abile gioco di parole siga…RETTE, che permette al lettore di vedere pian piano ergersi un cumulo di sentimenti e cicche. La poetessa rende suo l’essere fortemente controcorrente del futurismo, ricolmandolo della profondità di un io rabbioso ed ironico allo stesso tempo. Un profondo rispetto per la parola, di cui coglie la forza eroica e magica. Una valigia carica di Ungaretti, Quasimodo e Montale che Laura trasforma in un energico ermetismo, con toni a tratti propri di Marinetti (la forza della parola) o all’opposto proprio di Svevo (l’intimità psicologica e mentale). I lettori che si avvicineranno all’opera di Laura rimarranno certamente colpiti. Il messaggio, lo scopo, il fine, il TELOS, lo lancia la stessa autrice: «Si può dire/Tanto per,/Stando a/Sottolineare che/Di parole si muore?/Malattia più contagiosa/Non ci sia/Di una gioiosa/Meraviglia,/Che sbadiglia, la noia/Tra i papaveri» (“Si può dire”). Ed eccoli, allora,i lettori “meravigliosamente” contagiati, in una distesa di papaveri, dal LOGOS di Laura! Una poesia che desta dalla noia del quotidiano “imposto”, che con la sua sagacia, ironia, profondità sveglia dall’immobilismo e dall’ipnotizzazione sociale, riuscendo a proiettare e gettare lo sguardo oltre: Per essere davvero liberi, per vivere la vita che vorremmo: «Si hanno due vite. La seconda comincia il giorno in cui ci si rende conto che non se ne ha che una» (Confucio).

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