ARIANNA VETRUGNO

IMPARARE A GUARDARE IL MONDO CON GLI OCCHI DEL CREATO

Puoi conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui egli tratta gli animali”(Kant). Questa frase di Kant può essere la guida dell’opera di Arianna Vetrugno. Un’artista dal cuore grande, che si nota già dall’amore con cui fotografa gli animali e la natura. La fotografia programmatica è “DOLCEZZA”, dove gli occhi di un dolcissimo “cagnone” mirano l’osservatore e fanno prendere corpo alle parole di Victor Hugo: “Fissa il tuo cane negli occhi e tenta ancora di affermare che gli animali non hanno un’anima”. In “ABBRACCI” si nota un abbraccio amoroso e tenerissimo della padrona col gatto, il cui corpo si confonde con i suoi capelli. Qui è una famosa poesia della somma Alda Merini che viene in mente: “Perché amo gli animali?/Perché io sono una di loro/Perché io sono la cifra indecifrabile dell’erba,/il panico del cervo che scappa,/sono il tuo oceano grande/e sono il più piccolo degli insetti./E conosco tutte le tue creature:/sono perfette/in questo amore che corre sulla terra/per arrivare a te”(Alda Merini). L’idea e il modo di vivere contenuti in queste parole sono “LE FIAMME” che accendono l’opera artistica e l’anima di Arianna. Un uccellino, in “ATTESA”, sta appollaiato sullo schienale di una sedia, pronto a riprendere il volo in aria verso il sole. Voltandosi leggermente, esso sembra invitare il lettore a seguirlo. Arianna, tramite la “bellezza” che coglie nelle sue foto, trasmette un messaggio fondamentale: seguire gli animali e la natura porterà a Dio. L’invito è a guardare tutto con gli occhi dell’amore e dello stupore (“SGUARDO”) e di imparare a volare dalla bellezza, dalla spiritualità e dalla bontà innata di queste creature (“IL VOLO”), perché: “Alla zampa di ogni uccello che vola è legato il filo dell’infinito” (Victor Hugo). È questo l’elemento fondante della fotografia di Arianna: osservare con l’amore umano e con gli occhi di un uccellino la vita. Allora, vedere il mare al tramonto con questi occhi è prendere parte all’Immensità, è cogliere e sentire Dio nell’acqua, nel cielo, nell’aria e nella terra. Con questo nuovo modo di guardare, l’autrice osserva degli ulivi secolari in “STORIA”, riuscendo a coglierne e a trasmettere da essi l’Eternità. Fotografia che suggerisce le parole di Roberto Vecchioni: “E la vita è così forte/che attraversa i muri per farsi vedere./La vita è così vera/che sembra impossibile doverla lasciare./La vita è così grande/che quando sarai sul punto di morire,/pianterai un ulivo/convinto ancora di vederlo fiorire”(Roberto Vecchioni). È possibile, allora, dare un senso nuovo anche alle stagioni. Nella foto”AUTUNNO”, nuove foglie verdi sono nate sopra quelle marroni a terra: le foglie hanno imparato a trasformare la caduta in volo e così hanno saputo rinascere a vita nuova. Anche i fiori che sbocciano a “PRIMAVERA” acquistano un significato eterno: “Parlami di Dio, dissi al mandorlo. E il mandorlo fiorì”(Nikos Kazantzais). L’artista ci dona, infine, Il messaggio finale in “GRU IMMOBILI”, dove tre grandi gru sul mare all’imbrunire, sembrano trasformarsi negli omonimi uccelli, i metalli diventano le zampe degli animali. Meno costruzioni, più natura! Meno cemento, più amore. Non è solo un sogno ma una missione: insegnare agli uomini con le proprie fotografie a stupirsi e a voler bene al creato e imparare da esso a guardare tutto in modo diverso. Una credenza giapponese dice che chi realizza nella vita mille gru con gli origami, potrà realizzare i propri desideri di cuore e vivere più a lungo. È questo l’augurio che l’osservatore farà ad Arianna, dopo aver visitato la sua opera: creare mille foto e realizzare “i propri desideri di cuore!”. Le gru allora si trasformeranno davvero in uccelli e insieme a lei e al lettore, con dolcezza, voleranno verso l’Infinito.

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