L’ARTE DEL SUBLIME
L’ars poetica di Patrizia Pierandrei, caratterizzata da diverse sillogi a tema sociale ed amoroso, si basa su un fondamento ideologico ben preciso: il Sublime. Un concetto espresso già da nell’antico “Trattato del Sublime” e perpetuato nel tempo dall’arte classica sino al romanticismo e oltre. La stessa poetessa ci fornisce questa chiave di lettura nella sua poesia programmatica, dall’omonimo titolo: “L’arte viene creata in modo sublime/da persone che sanno elevare/le cose nella forma più bella/fino a renderla perfetta e snella” (“IL SUBLIME”, P. Pierandrei). Si coglie l’alto livello dei versi, già solo dal poter inframezzare le parole dell’autore Anonimo del trattato greco a quelle dell’autrice: “Il Sublime trascina gli ascoltatori non alla persuasione, ma all’estasi: perché ciò che è meraviglioso s’accompagna sempre a un senso di smarrimento, e prevale su ciò che è solo convincente o grazioso, dato che la persuasione in genere è alla nostra portata, mentre esso, conferendo al discorso un potere e una forza invincibile, sovrasta qualunque ascoltatore.” (“Trattato del Sublime”, Anonimo). Il Sublime non è un semplice momento di mirabile evasione dalla realtà; al contrario l’arte, e quindi il poeta, è in grado di modellare l’anima. Allo stesso tempo un’anima elevata e nobile può infondersi completamente in un’opera d’arte, in quella che è detta “la risonanza di una grande anima”. Dunque, il Sublime non riguarda solo retorica ed estetica, ma anche e soprattutto la morale, la filosofia, la teologia. Ecco che allora calzano perfettamente i versi dell’autrice: “Sublime è il poeta che scrive/e dona il suo verso scorrevole/alla gente comune che legge/e si appaga nelle sue rime/nella gioia di un vero speciale…/Il sublime…si evidenzia nell’azione/di un artista in elevazione” (“IL SUBLIME”, P. Pierandrei). La poetessa riesce a dare alla cose la forma più bella, tramite i suoi versi il lettore può innalzarsi. L’anima si eleva verso l’alto, verso il cielo, propriamente verso “l’Iperuranio” platonico, ovvero il mondo delle Idee. Secondo Platone l’Iperuranio è quella zona al di là del cielo (da cui il nome) dove risiedono le Idee. Quel mondo oltre la volta celeste che è sempre esistito in cui vi sono le Idee immutabili e perfette, raggiungibile solo dall’intelletto, non tangibile dagli enti terreni e corruttibili. Ovviamente secondo la concezione cristiana, si tratta del mondo divino. Ciò avviene, infatti, anche per grazia e volontà di Dio che lo rende possibile pure alla mente di un povero mendicante. Elevazione come fine ultimo e stessa vis della poesia: “Sublime è la forza che spinge/verso il cielo quasi volando/nell’illuminazione potente/di un Dio che è onnipresente/nelle idee forgiante/la semplice mente/di un povero mendicante…/Sublime è il tempo della creazione,/che fa diventare una divinazione…” (“Il Sublime”, P. Pierandrei). Poste queste basi, possiamo ora capire come ogni poesia, ogni verso sia che parta da una rosa, un fiore, un animale, una persona, un’emozione, un ricordo, un concetto, è in grado di farli diventare una “scala per il paradiso”. Il “gancio in mezzo al cielo” di cui canta Baglioni. Ogni lettore può usufruirne, partendo dalla convinzione che tutti gli uomini sono accomunati dalla medesima tensione, insita per natura nell’anima umana, verso la grandezza. Sublimazione della Natura. La forma poetica del bello di un merlo: “Lungo, scaltro e malandrino/il merlo dal becco fino…/All’aria vola repentino,/facendo giri nel cielo/e sfiorando a bruciapelo/il chiaro orizzonte come un filo.” (“IL MERLO”). La forma poetica del bello di un arcobaleno: “Ecco torna il sereno/ed appare l’arcobaleno/con la luce divina/di una mano sopraffina” (“L’ARCOBALENO”). La forma poetica del bello di una donna: “Madre coraggiosa…moglie fedele innamorata…/nonna saggia laboriosa…/…la fortezza/che ci fa sentire la brezza…/ci riempie ogni stanza vuota/e raccoglie ogni anima persa,/per dare solo per amore…” (“DONNA ETERNA”). La forma poetica del bello dell’Amore: “L’Amore è l’unica cosa universale/che sa raggiungere ogni meta/per cui si desidera sperare/che per tutti abbiano la vita,/per poter liberamente continuare/a sapersi vicendevolmente amare” (“AMORE UNIVERSALE”). Non importa che tu sia povero, ricco, sapiente o ignorante. Non importa se leggerai una poesia di Patrizia sulla natura, su un’emozione o su altro. Prendi con lei il volo che ti ha messo a disposizione e va, dove ti porta la bellezza…