Il 5 ottobre alle Gallerie d’Italia al via il ciclo di appuntamenti organizzato
dalla Fondazione Corriere della Sera con il sostegno di Intesa Sanpaolo
Sono molte le lezioni e le eredità che Fernanda Pivano ha lasciato alla nostra cultura non solo letteraria, ma al di là dei molti contributi specifici dell’americanista (sulla Beat Generation, sull’underground e sulla cultura hippie, su singoli autori come Ernest Hemingway, Charles Bukowski o Gregory Corso per citarne soltanto alcuni), due lezioni sono fondamentali: la prima è la curiosità appassionata nei confronti delle altre culture; la seconda è la capacità di ascoltare le voci più nuove della letteratura e della poesia. E di diffonderle, anche, presso i giovani.
Ecco perché nel programma dell’iniziativa che prende il via domani, dedicata a Nanda Pivano e curata dalla Fondazione Corriere della Sera con il sostegno di Intesa Sanpaolo, si trovano gli uni accanto agli altri i nomi di autori del primo Novecento come Edgar Lee Master (la sua Antologia di Spoon River è del 1914-15), del dopoguerra come Allen Ginsberg e Jack Kerouac, e di fine secolo (e inizi del nuovo millennio) come David Foster Wallace.
Perché il lavoro di scoperta e di diffusione di Pivano ha attraversato tutto il secolo, rivelando e facendo conoscere autori di generazioni anche lontane le une dalle altre, e costituisce materiale vivo: «Siamo onorati di avere in deposito presso di noi gli Archivi Pivano — spiega Piergaetano Marchetti, presidente della Fondazione Corriere della Sera che cura il ciclo — e siamo grati sia a Michele Concina sia a Fondazione Benetton per questa fiducia. Gli Archivi però non sono solo oggetti archeologici ma beni che generano attività, divulgazione e anche comprensione della realtà di oggi».
Così, la rassegna di quattro incontri. Percorsi nella letteratura americana del Novecento iniziata il 4 ottobre alle Gallerie d’Italia con La grande narrativa americana da Hemingway a Foster Wallace che, tra dibattito e reading, illustrerà proprio l’arco ampio di lavoro di Nanda Pivano, un secolo intero per arrivare fino a noi; interverranno un noto studioso di letteratura anglo-americana, Massimo Bacigalupo, lo scrittore e traduttore Tommaso Pincio e l’assistente di Fernanda Pivano nonché curatore dei suoi Diari e dei Medaglioni, Enrico Rotelli, con letture di Simone Tangolo (alle 18.30, ingresso con prenotazione, [email protected]).
Il ciclo continuerà giovedì 12 con l’incontro Ginsberg, Kerouac e la Beat Generation con Barbara Lanati e Giulio Casale insieme a Roberta Scorranese, e martedì 17 al Teatro Parenti con Spoon River tra poesia e canzone con Fabio Genovesi, Carmen Pellegrino, Antonio Troiano, la musica di Davide Van De Sfroos e il reading di Lucilla Giagnoni e Renato Sarti, per chiudersi il 26 ottobre su Bob Dylan, con Bruno Cartosio, Umberto Fiori, Alessandro Carrera e con la chitarra di Lorenzo Monguzzi.
La lezione di Pivano oggi sta anche nella sua cultura dell’apertura (coraggio che le costò l’arresto nel Ventennio per la traduzione di Addio alle armi). Ricorda Marchetti: «Nanda ha aperto porte e finestre sul mondo quando porte e finestre erano ben chiuse. Lezione da tener presente in tempi in cui si affacciano tentazioni di chiusura. E poi, come molti intellettuali, il suo maestro Pavese, Montale, Vittorini, anche la Pivano aveva iniziato con la traduzione: il che significa voler far conoscere altre culture».
Il ciclo dedicato a Nanda Pivano e ai suoi autori inaugura la stagione degli eventi curati da Fondazione Corriere della Sera in diverse sedi in città. «Era importante — prosegue Marchetti — portare gli incontri sulla letteratura statunitense alle Gallerie, che hanno appena ospitato la mostra sull’arte in America (si è chiusa da pochi giorni New York New York. Arte Italiana: la riscoperta dell’America, ndr). È un bene che la Fondazione e il “Corriere” siano presenti in tutti i luoghi in cui si fa cultura. Saremo a BookCity Milano sia con un ciclo sul giornalismo di guerra sia con la mostra de “la Lettura” che come sempre indaga i molti linguaggi che questo giornale usa: perché “la Lettura” è un grande esperimento, per i contenuti e per i molti linguaggi, graphic novel, arti, infografiche e così via».
In arrivo rassegne sulle disuguaglianze, sulla poesia e sulla città di Milano, oltre a eventi sul Sessantotto e un ciclo sulla politica estera con l’Ispi. Conclude Marchetti: «Infatti abbiamo un forte rapporto di collaborazione con tutte le importanti istituzioni culturali della città, dall’Ispi stesso al Teatro alla Scala, e oltre».
di Ida Bozzi, il Corriere della Sera