Intervista d’Autore – Michele Rosso

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

    Purtroppo devo ammettere di non essere mai stato un avido lettore, la mia cultura in merito è decisamente limitata ma tra i pochi che ho letto Bukowski è sicuramente uno di quelli che mi ha lasciato qualcosa più a fondo. Mi rendo conto della poca originalità ma tant’è.

    I suoi testi sono frutto dell’immaginazione oppure prendono spunto da episodi della sua vita o della vita di persone a lei care?

      Dipende molto da brano a brano, talvolta sono quasi totalmente autobiografici e talvolta sono assoluto frutto dell’immaginazione.

      Come costruisce i suoi testi? Quando inizia a scrivere ha già in mente lo svolgimento della storia e dei personaggi oppure è un processo che si materializza durante la scrittura?

        Solitamente parte tutto da una sensazione. Il calore del sole, la frustrazione per una giornata storta, la malinconia per qualcosa che non c’è più mi portano a visualizzare un’immagine e così inizio a descriverla. Se poi mi accorgo che da quella fotografia di partenza si genera qualcosa che mi sembra valga la pena di essere raccontato allora procedo un po’ in flusso di coscienza e vedo dove mi porta.

        Se dovesse dire in una sola parola cosa significa per lei la scrittura, quale sarebbe e perché?

          “Bisogno”. Prima del fine estetico, espressivo o comunicativo che sia, prima di tutto è sempre stato qualcosa che avevo necessità di fare. Mi dava pace e avevo la sensazione che mettesse le cose in ordine. Descrivere a parole qualcosa che non mi era chiaro a sensazioni mi aiutava a decifrarlo ed elaborarlo emotivamente.

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