L’Autrice Chiara Imperatori si racconta dopo la pubblicazione della sua opera monografica
Questa personale raccolta di testi nasce da una sfida lanciatami da un caro amico, purtroppo scomparso, il professore emerito dell’Università di Bologna Andrea Canevaro. Un giorno, all’improvviso, parlando di
relazioni, mi propose di mettermi in gioco, di rivelare quello che lui riteneva essere un mio dono: la
scrittura.
Da allora ho cercato di ascoltarmi, di capire quali fossero i miei desideri, di “sentire” per poter rivelare la
mia parte più profonda e vera.
Fra(m)menti parla di puro Amore, di momenti in cui non ho messo freni al mio cuore. Affidandomi, corpo e mente, senza riserve, senza paracadute.
Questa raccolta contiene componimenti accuratamente scelti nell’intento di far emergere l’anatomia
dell’Amore.
La copertina è frutto di una collaborazione con Andrea Pisano, che, dopo aver letto i miei testi, ha cercato
di realizzare graficamente un abito che li definisse. Fra le sue proposte ho optato per una farfalla colorata
poiché l’Amore ti dona le ali, porta oltre sé stessi ed è ricco di sfumature.
L’Amore il sentimento che, per eccellenza, è capace di farti fare follie, altrimenti non è Amore ma qualcos’altro; è fatto di attenzioni, di presenze, di parole; è fatto di continuità, anche nella sofferenza e nella delusione.
Non prevede intermittenza, non prevede chi stringe ma non tiene, chi guarda ma non vede, chi riempie il tuo tempo senza voler esserci. Richiede un “NOI”. Se c’è unione, niente può fare male, si va oltre insieme. Si annullano le fragilità.
Ho voluto disegnare questo Noi attraverso le poesie, che, per me, sono la voce dell’anima che canta, la voce del cuore. Ringrazio tutte le persone che sono entrate nella mia vita, ogni autore che ho letto, tutto ciò che ha contribuito a plasmare la Chiara che ora sono: una persona in continua trasformazione, felice di vivere intensamente la vita che mi è stata data.
Non potrei esistere senza scrivere. Ogni volta che il foglio rimane bianco, una parte di me muore.
L’assenza è dolore, è fermare l’eterno inseguirsi di parole che ognuno ha dentro di sé.
Silenziare le emozioni non mi appartiene. Mi piace rappresentare quello che sento e cercare la parola giusta perché “il tutto” arrivi all’altro.
La poesia a cui tengo di più è “La collana” perché è nata in un momento in cui mi sono sentita invincibile.
Ho sentito che c’era chi voleva prendersi cura di me e per un frammento ho scoperto cos’era la felicità.
Non è poco.