“Poesie lungo il cammino” un racconto in versi dall’infanzia ai giorni presenti

L’autrice Nadia Riboldi si racconta al Blog Dantebus attraverso le sue parole,
semplici e incisive, come i versi che compongono la sua ultima silloge monografica
“Poesie lungo il cammino”

Il  sogno di scrivere nacque e crebbe con me sui banchi di scuola. Negli ultimi anni sono riuscita in parte a realizzarlo, con la pubblicazione di due libri autobiografici e una raccolta di favole per bambini, ma il componimento poetico rimaneva ancora chimera.

Fu il dolore di sapere mio padre ricoverato che mi spinse ad aprire quel vano segreto e a partecipare al concorso di poesia Dantebus, al quale inviai “A mio Padre”, sopraffatta dal bisogno di gridare al mondo quanto lo stessi pensando. Da lì nacquero due raccolte di poesie condivise con altri autori, fino ad arrivare alla monografia “Poesie lungo il cammino”.

La stessa immagine di copertina si ispira al testo “A mio padre”, ambientato in un luogo di mare, ma si presta anche a  rappresentare il mio cammino di vita, dall’infanzia ai giorni presenti e con il futuro raffigurato dalle dune di sabbia a far da contorno al sentiero.

Alcuni dei miei componimenti raccontano quindi di radici ben salde, ma quasi tutti sono stati scritti in epoca recente. Fu merito infatti del progetto di questa monografia a rompere le catene con cui tenevo prigionieri i miei versi ed ora sono come un fiume in piena, smaniosa di farmi conoscere e desiderosa di travolgere gli animi. Emozionata io stessa all’idea di uscire allo scoperto con i contenuti più intimi, sento il bisogno di esortare i lettori a concedersi tutti i giorni qualche minuto per osservare il mondo con gli occhi dei bambini che fummo, sorgente di saggezza e felicità.

La poesia “Il quadernino verde” racconta le mie prime suggestioni sui banchi di scuola firmate Pascoli, Carducci e Rodari, ma fu poi il vissuto a influenzare la mia scrittura. I miei termini non sono quindi studiati, bensì frutto delle ispirazioni del momento che credo mi regalino un taglio tutto mio. Chi mi legge riscontra uno stile semplice, ma di grande impatto, complimento che mi incita a proseguire la mia missione.

Non potrei più immaginare la mia vita senza scrittura. Le poesie che maggiormente rispecchiano il mio sentire sono “La pelle dell’anima”, fattasi nel tempo sottile come velina e in grado di afferrare i sentimenti di tutti e “Il cuore diviso”, eternamente dilaniato dalla tristezza che le perdite mi procurano e dalla gioia che invece provo verso le vite che nascono.

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