Interviste d’Autore – Mario Chiarapini

Sulla soglia di casa, poesie nel tempo 

“Uno sguardo all’interno e uno al mondo esterno, un occhio al passato e uno al presente”

Sono poesie nate di impulso, nel corso degli anni, con il solo desiderio di fermare sulla carta delle sensazioni, delle emozioni, dei particolari momenti di vita. Un’operazione simile a quella del fotografo, che con i suoi scatti fissa luoghi suggestivi e situazioni specifiche. Per me avevano un interesse e un valore semplicemente personale con lo scopo, appunto, di esprimere e di memorizzare alcuni momenti della mia esistenza. E quando qualcuno mi ha suggerito di pubblicarle, inizialmente ho scartato l’idea, ma dopo
aver conosciuto le Ed. Dantebus, ho acconsentito, dapprima con 12 liriche per un’antologia insieme ad altri poeti (I Poeti di Ponte Vecchio vol. 5), poi con questa raccolta monografica di 52 poesie.

Il titolo della monografia “Sulla soglia di casa”, oltre ad essere quello di una delle poesie più significative, esprime al meglio lo spirito della raccolta e della sua genesi. Sono poesie da leggere nella duplice prospettiva in cui mi sono posto come autore, cioè ricordi di situazioni vissute e rivisitate nel tempo. È la doppia prospettiva di chi sta sulla soglia di una casa: uno sguardo all’interno e uno al mondo esterno, un occhio al passato e uno al presente. E ogni ricordo ha in sé qualcosa di magico, perché è l’appuntamento
dell’infanzia con l’età matura, la serena contemplazione catartica di una vita, in cui gioie e dolori, difficoltà e momenti sereni vengono sublimati. E non ci sono temi nobili e meno nobili.

La mia poesia, cosiddetta delle piccole grandi cose del quotidiano, racchiude in sé i semplici sentimenti e i grandi problemi della vita con un messaggio molto semplice, sintetizzato tra l’altro nella dedica: l’invito a guardare tutto ciò che ci circonda con stupore e a scoprire della vita e del mondo anche gli aspetti più misteriosi e più affascinanti.

I poeti che mi hanno maggiormente influenzato sono quelli della grande tradizione letteraria italiana dell’Ottocento e del Novecento. Ho sempre preferito uno stile di scrittura che abbia un impatto immediato sul lettore, senza ricorrere a termini ricercati e a intellettualismi. A motivo del mio quotidiano lavoro di scrittore e di direttore di una rivista non riesco a immaginare la mia vita senza la scrittura, ma questo non vale per la produzione poetica. Le poesie nascono quando vogliono e come vogliono.

Della raccolta, ogni poesia mi è cara, perché ognuna è nata in un momento speciale e in un modo particolare, tuttavia, se proprio dovessi dichiarare una mia preferenza, opterei per “Ho giocato con la luna” e “Sulla soglia di casa”.

«Quante volte da bambino
sulla soglia di casa mia
mi ha sorpreso la sera
come per magia,
mentre vedevo venire da lontano
degli animali al passo
il solito villano.
Sui comignoli
quasi per incanto
narrava il fumo
di ogni casa il sentimento
e dentro, nel silenzio,
magico momento,
il focolare bisbigliava
il suo antico canto.
Mi ritrovo di nuovo
davanti casa mia,
ma gli anni son passati
son volati via:
non vedo più il villano
ma ancora sento nell’aria
qualcosa di arcano,
questa sera,
forse il canto lontano
della mia primavera.»

(Sulla soglia di casa)

Per concludere, vorrei dire che ogni momento della vita e ogni esperienza hanno in sé qualcosa di poetico, solo che non sempre si riesce a esprimere come si vorrebbe, ecco perché le poesie più belle sono quelle che non sono state ancora scritte.

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