Interviste d’Autore – Biancamaria Valeri

Schegge di Luce: una raccolta di testi poetici per «dare eco alla mia anima»

«La luce è il mezzo con cui riceviamo e trasmettiamo»     

Ritiene che l’immagine della copertina rispecchi il contenuto e l’intento del suo libro?
L’immagine della copertina riflette la mia anima: “caos calmo”.

In che modo ha selezionato i testi da pubblicare? Sono testi scritti con l’intenzione di far parte di un’unica pubblicazione oppure li ha selezionati successivamente tra tutta la sua produzione letteraria?

Ho selezionato i miei componimenti perché legati tra loro, più o meno visibilmente o intellegibilmente, da raggi di luce che squarciano le tenebre. Li ho desunti anche da altre pubblicazioni, aggiornandoli e ritoccandoli.

Qual è il messaggio che desidera lanciare ai lettori tramite il suo libro?

La speranza. Come sostiene Khalil Gibran: Nulla impedirà al sole di sorgere ancora, nemmeno la notte più buia. Perché oltre la nera cortina della notte c’è un’alba che ci aspetta.

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

I Lirici Greci, Foscolo, Leopardi, Pascoli, Ungaretti, gli Ermetici, Emily Dickinson, Alda Merini e Leopardi, che mi ha emozionato per i suoi versi sciolti e per la melodia che da essi promana.

Quanto e in che modo la sua vita privata, gli studi intrapresi e le sue esperienze influenzano la sua scrittura? Può farci un esempio citando uno dei testi in cui emerge questo aspetto?

La mia vita personale è tessuto fondamentale per i miei versi; ma non è intesa solipsisticamente. Mi serve solo quando si può rispecchiare nella condivisione umana e universale. Fuori di questa “cornice” elevare la mia vita privata a modello per tutti sarebbe infantilismo. Questa emozione che si riscontra in ogni essere umano l’ho espressa, più o meno apertamente, in ogni mio componimento; in questo momento penso a Malinconia (p. 22):

Un salice piangente
piega i suoi rami
fino a lambire
la placida superficie
di un lago. […]
Nostalgia
di giorni e amori
che non tornano più.

e a Nostalgia (p. 23):

Il dolore dell’addio
stringe il cuore
in una morsa di spine.
Non dà la morte
ma il suo artiglio
la fa quasi assaporare. […]

Nell’animo umano è sempre presente la nostalgia, il dolore della lontananza, il dolore di un ritorno negato, il desiderio del totalmente altro, la volontà dolente di superare gli ostacoli con tanta lotta.

Riesce ad immaginare la sua vita senza la scrittura?

La vita senza scrittura è vuota, morta, privata di senso, storia e futuro.

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

Alcuni termini dei miei componimenti nascono dall’ispirazione del momento; nel labor limae successivo, dopo la stesura del testo, sono “meditati e ricercati” per accordarli alla musica delle emozioni.

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

Fantasia (p. 12); Fantasticheria (p. 13): rimango sempre un fanciullino sognatore e, se mi colpisce il dolore o la felicità, vivo questo magico momento con timore e tremore, con umiltà di cuore.

Ferentino, 8 agosto 2013

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