Intervista d’Autore – Annarita Affatato

Quali sono i suoi punti di riferimento letterari? Quali autori l’hanno più influenzata a livello stilistico e perché?

Gli altri. Sono le cose che vivo con le persone ad ispirarmi in quello che scrivo. I miei testi non sono mai le fotocopie di sé stessi. Ogni persona, ogni situazione, ogni emozione che sento forte tanto da arrivare a metterla nero su bianco la scrivo in modo diverso, in uno stile diverso. L’argomento lettura mi ricorda sempre la mia ignoranza. Nella mia libreria ho solo testi sulla musica.

Quale tra le poesie della raccolta sente più cara o rispecchia maggiormente il suo sé poetico e perché?

Angelo nero. È stata la poesia del mio “battesimo” come poetessa, per restare in tema. Battuta a parte, in quella poesia è raccontata una di quelle cose che non ti aspetti, e invece ti cambiano la vita perché dopo che la vivi cambi tu. Una di quelle cose che non si racconta a tutti.

I termini che sceglie di utilizzare nelle sue poesie sono ricercati e studiati oppure sono frutto dell’ispirazione del momento?

Non penso mai alla parola giusta da usare, la rima o assonanza perfetta. Non uso mai la testa. Preferisco lasciarmi trasportare da quello che sento e lì non ho bisogno di pensare. Le parole arrivano da sole.

Qual è il sentimento che la spinge a scrivere poesie? Sente che la aiuta ad affrontare meglio i sentimenti e la vita quotidiana?

La scrittura è la forma più usata di terapia. Sono una di quelle persone fortunate che può risparmiare i soldi e farsela da sola. È un grosso aiuto per capire quali direzioni prendo nelle situazioni. Cosa mi spinge a scrivere? Ho scritto per le motivazioni più svariate, a seconda di quello che avevo da dire. Ma sempre in base a quello che sentivo in quel momento.

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